L’Italia e l’arte messa da parte

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Tornare dagli States e rendersi conto che siamo proprio degli incompetenti. Non sappiamo fare squadra di conseguenza non valorizziamo al meglio le nostre città, i nostri monumenti, i nostri musei. Tutti gli stranieri ci invidiano quello che abbiamo, valori materiali e immateriali, ma niente, con questa politica è tutto inutile. La politica sceglie i direttori dei musei civici – la maggior parte dei quali non laureati in storia dell’arte, sceglie le pedine delle soprintendenze e sceglie di non investire in un settore cuore e futuro della nostra economia. Ma come si fa? Come si fa ad avere il patrimonio artistico più grande del mondo e anche il meno valorizzato? Gli Stati Uniti, con la metà dei siti rispetto all’Italia, hanno un ritorno commerciale superiore a 16 volte quello italiano. Negli Stati Uniti una percentuale delle tasse incassate dai comuni viene devoluta alla creazione o all’acquisto di opere d’arte. Anche in Italia esiste la legge del 2%, la legge 717 del 1949, ma negli ultimi tempi le amministrazioni sembrano essersene dimenticate. Vi prego quindi di ricordarglielo!

Non ci resta che piangere? Oppure affidarci ai soliti privati. JTI (Japan Tobacco International), ad esempio, sostiene il Teatro alla Scala – “primo teatro al mondo” (Stendhal) ma sempre in rosso – nell’ambito del proprio piano di corporate social responsability. Il 15 luglio scorso sono stata invitata dall’azienda a vedere il balletto Excelsior. In quell’occasione ho scoperto che JTI supporta numerose attività nel mondo della cultura e dell’arte collaborando con realtà di primo piano a livello internazionale come il Museo del Louvre di Parigi, la Royal Academy of Arts di Londra, il Museo del Prado di Madrid, il Teatro Mariinskij e lo State Hermitage Museum di San Pietroburgo. In Italia il gruppo vanta una collaborazione pluriennale con la Scala, con il Fondo Ambiente Italiano a sostegno di Villa e Collezione Panza, con la Biennale di Venezia e con il Festival Internazionale del Film di Roma. Sostiene inoltre la promozione della cultura giapponese in Italia e delle eccellenze artistiche italiane nel mondo.

A Milano in particolar modo, in occasione di Expo, JTI ha sostenuto il progetto accessibilità del Teatro alla Scala grazie al quale tre giornate al mese sono dedicate ai visitatori diversamente abili. Infine un grazie speciale da parte mia per il contributo che l’azienda ha dato al Cenacolo. Grazie a JTI, in questi mesi, è stata aumentata l’accessibilità all’opera di Leonardo, visitata ogni anno da 400mila persone ma con richieste superiori al milione. 70 nuovi gruppi di ingressi alla settimana permetteranno di accogliere circa 54.600 visitatori in più alla fine di queste 26 settimane di Esposizione Universale.

Se lo Stato facesse lo stesso saremmo veramente il Paese più bello del mondo!

Margherita Tizzi

Giornalista, scrive su Vogue Italia, Amica e Grazia. È co-founder di Eccetera, studio specializzato nella creazione di progetti editoriali su misura, online e offline. E, dal 2013, su questo webzine racconta storie di luoghi, di fatto a mano e made in Italy, di cultura, arte e lifestyle.

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