Pierre Mantoux, la Maison dei collant (anche grazie a Lycra)

Quanta importanza date alle calze? Domanda che, scommetto, nessuna di voi si aspettava. Rispondo io: pochissima, almeno per la maggior parte delle mie amiche e, credo, delle mie lettrici. Perché luogo comune vuole che, soprattutto i collant, si rompano prima o poi. E allora perché spenderci tanti soldi?

Inutili? Beh, state a sentire. Quando si compra un collant si devono valutare tante cose: l’elasticità prima di tutto; la punta del piede, larga abbastanza da non sentirla; poi una volta indossato non deve girarsi (altrimenti pizzi, ricami o disegni riportati tenderanno a trasformarsi in “effetto carnevale”). Il collant deve essere costruito come una piramide, dal punto più stretto a quello più largo, con delle macchine che cuciono lentamente. La calza, insomma, non deve star su per via dell’elastico, ma per la giusta misura della gamba e dello slip.

A rispettare tutte queste caratteristiche Pierre Mantoux, azienda italianissima nata in Lombardia nel 1932. Non meno di 16 sono le fasi impiegate nella produzione di un paio di calze o collant, delle quali in media 6 sono fatte a mano, come cucire la punta con un filo molto sottile in modo che si veda e si senta appena; o eseguire la cucitura delle gambe in modo particolarmente elastico per garantire massimo comfort e, nel caso delle autoreggenti, per assicurare una perfetta stabilità alle bande di silicone.

Un grande aiuto nel campo dell’elasticità lo ha dato la fibra Lycra, inventata negli Stati Uniti dalla multinazionale DuPont. Nel 1959, grazie al lavoro sui poliuretani di Mark Dagenkolb Snyder e Joseph Clois Shivers, mise a punto un procedimento di filatura a secco e produsse la prima vera fibra elastica a base poliuretanica, che sarà resa disponibile sul mercato nel 1962 con il marchio Lycra. La neonata tecnologia permetteva di produrre solamente filo dal titolo relativamente grosso e le prime applicazioni si limitarono alla corsetteria e alle calze medicali, ma già nel 1964 Emilio Pucci presentò un costume da bagno elasticizzato con Lycra.

La vera impennata del mercato arrivò all’inizio degli anni ottanta, quando gli elastomeri cominciarono ad essere impiegati nella produzione delle calze da donna in seguito alla dilagante moda della minigonna.

La Lycra, prodotta in forma di filato più sottile di un capello, segue il corpo come fosse una seconda pelle; lo modella. Si può allungare da quattro a sette volte per poi tornare, una volta allentata la tensione, alla dimensione originaria. La fibra a marchio Lycra non si usa mai da sola, ma è un ingrediente di qualità usato in piccole percentuali in tutti i tipi di tessuti e in combinazione con tutte le fibre e mischie, sia naturali che sintetiche.

Con Lycra il collant Pierre Mantoux si può al massimo bucare, ma non si smaglia. Tanto che, tra gli stilisti che amano questo prodotto, si annoverano Alberta Ferretti, Chanel, Dolce & Gabbana, Ferragamo, Giorgio Armani, Gucci, Yves Saint Laurent, Mila Schon.

Quindi vi rigiro la domanda: quanta importanza date alle calze? Io l’ho capito facendo questo servizio, in inverno, in due giorni, in cinque occasioni:

AFTER WORK

EVENING WITH FRIENDS

INSPIRING

EVENT

RELAXING AT HOME

PS: Un consiglio. Vi piacciono i collant velati? Ricordate che vanno scelti dello stesso colore della vostra pelle. Insomma, come fate con un fondotinta o una BB Cream.

Margherita Tizzi

Giornalista, scrive su Vogue Italia, Amica e Grazia. È co-founder di Eccetera, studio specializzato nella creazione di progetti editoriali su misura, online e offline. E, dal 2013, su questo webzine racconta storie di luoghi, di fatto a mano e made in Italy, di cultura, arte e lifestyle.

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