Valle del Savio: Scopri 6 tappe imperdibili nel cuore dell’Italia!

Di : Lorenzo Dalmoro

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Un percorso in 6 tappe imperdibili nella valle del Savio, una zona nel sud della Romagna che offre un connubio perfetto tra borghi storici, paesaggi naturali e arte.

La valle del Savio, situata nel sud della Romagna, si estende dalla sorgente del fiume Savio, vicino al Monte Fumaiolo, fino alla città di Cesena. Il fiume nasce sulle pendici della montagna, che rappresenta una delle principali attrazioni naturalistiche della valle. Lungo il suo corso si trovano paesi come Bagno di Romagna, noto per le sue terme risalenti all’epoca romana, e Sarsina, un centro storico e culturale di rilievo, famoso per essere la città natale del commediografo Plauto e per il museo archeologico nazionale, che conserva importanti reperti dell’epoca romana. Il territorio offre una ricca varietà di paesaggi naturali e culturali, grazie alla presenza di borghi storici, montagne, laghi e zone termali.

La valle si distingue per l’equilibrio tra natura incontaminata e presenza umana, rendendola una meta ideale per chi cerca un’esperienza di viaggio che combina relax e scoperta culturale e storica. I laghi di Acquapartita e di Pontini, ideali per la pesca sportiva e passeggiate rilassanti, sono tra le attrazioni naturali. Il parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, che si estende anche in parte nella valle, offre numerosi sentieri per escursioni immersi nella natura, perfetti per camminatori e amanti del trekking. La storia della valle del Savio è anche profondamente legata alle sue vicissitudini geografiche e politiche: borghi medievali come Mercato Saraceno e Verghereto conservano tracce del passato, dalle antiche fortificazioni ai piccoli musei locali. Questi luoghi sono stati anche coinvolti nei conflitti tra le signorie locali e lo Stato Pontificio, che hanno lasciato segni indelebili nel tessuto urbano e culturale della valle. Ecco 6 tappe fondamentali di un itinerario che vi consigliamo di seguire.

1. Cesena

Le tracce della famiglia Malatesta sono ancora evidenti in ogni angolo di Cesena, avendo marcato significativamente la storia della città. Le mura cittadine, anche rappresentate da Leonardo da Vinci, racchiudono la biblioteca malatestiana, inaugurata nel 1454 e iscritta nel registro della memoria del mondo dell’Unesco, oltre alla fortezza che domina la Romagna fino all’Adriatico, il teatro Alessandro Bonci del XIX secolo e la fontana Masini, un esempio di manierismo tardivo al centro della Piazza del Popolo. La Biblioteca Malatestiana è la prima biblioteca civica d’Europa, fondata in un’epoca in cui le biblioteche erano riservate alla Chiesa o a ricchi privati. È anche l’unico esempio esistente di una biblioteca umanistica completamente intatta, sia per quanto riguarda l’edificio che il mobilio e i libri, con una collezione di 345 manoscritti e 48 volumi stampati. In cima alla collina del Garampo, la Rocca Malatestiana domina Cesena. L’edificio è un’opera dei Malatesta, iniziata nel 1380 da Galeotto Malatesta e continuata dai suoi successori, Andrea e Malatesta Novello, e completata nel 1477 sotto l’autorità papale. Si possono visitare i corridoi interni e le terrazze panoramiche, da cui ammirare Cesena e il paesaggio circostante, dalle montagne al mare. Al centro del cortile si trovano le due torri, la maschia e la femmina, che ospitano il museo della storia dell’agricoltura, le antiche prigioni e una esposizione di armi da torneo. Tra gli altri edifici notevoli, si segnalano la cattedrale di San Giovanni Battista del 1385, un esempio di architettura gotica del XIV secolo commissionato da Andrea Malatesta, e il Palazzo del Ridotto, che ospita magnifiche affreschi del XVIII secolo.

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Non lontano dal centro, sulla collina di Spaziano, si trova l’antica abbazia di Santa Maria del Monte. La basilica è profondamente radicata nella vita degli abitanti di Cesena, come dimostra la collezione di ex-voto, una serie di immagini votive che raccontano secoli di devozione e ringraziamento alla Vergine per la sua protezione nei momenti difficili. Il patrimonio artistico della chiesa è anch’esso di grande interesse, in particolare la cupola dipinta a fresco da Giuseppe Milani di Parma nel XVIII secolo. Il complesso ospita anche l’Atelier di restauro di libri antichi, specializzato nel recupero di testi antichi su carta e pergamena. Tra Cesena e Bertinoro, la Villa Silvia-Carducci, una villa del XVIII secolo immersa nelle colline verdi, è un altro luogo da non perdere. Acquistata nel 1874 dalla contessa Silvia Pasolini Zanelli, divenne un importante salotto culturale dell’epoca, frequentato da Giosuè Carducci, la cui camera da letto con i mobili originali è ancora conservata. La villa ospita anche il museo Musicalia, che propone un viaggio nel mondo della musica meccanica.

2. Bagno di Romagna

Bagno di Romagna, situato nella valle del Savio, è una meta che unisce benessere e natura, ideale per chi cerca relax e attività all’aria aperta. Le terme, note fin dall’epoca romana, offrono acque calde naturali dalle proprietà terapeutiche. Già nel 266 a.C., i Romani avevano compreso le proprietà curative delle sorgenti termali locali e vi avevano costruito un tempio e un complesso termale popolare, citato anche negli Epigrammi di Martial.

Il paese è circondato dal parco nazionale delle foreste del Casentino, classificato patrimonio dell’Unesco, che dispone di una rete di oltre 600 chilometri di sentieri, percorsi per mountain bike e trekking. Le escursioni al Sentiero degli Gnomi, un percorso tematico che affascina bambini e adulti con leggende locali su queste creature misteriose, sono molto conosciute. Inoltre, il Santuario della Verna e l’eremo di Camaldoli, immersi nelle foreste del parco, aggiungono spiritualità a un soggiorno che unisce cultura e natura. Bagno di Romagna conserva esempi di architettura influenzata dalla Toscana, visibili nei suoi edifici e monumenti storici. Tra i luoghi da non perdere, si annoverano la basilica di Santa Maria Assunta e il Polo Museale d’Arte Sacra, che ospita oltre 200 opere d’arte. Un’altra attrazione interessante è la diga di Ridracoli, un’opera di ingegneria immersa nella natura, accanto all’Idro-Ecomuseo delle Acque.

3. Mercato Saraceno

Mercato Saraceno è un villaggio dalla lunga storia che serpeggia nel paesaggio collinare degli Appennini romagnoli. Il villaggio trova le sue origini nella famiglia Degli Onesti: il mulino, che esiste dal 1153, testimonia questo passaggio. Le sue origini testimoniano un passato di scambi commerciali, come suggerisce il suo nome. Ancora oggi, il Mercato Saraceno mantiene il suo fascino, caratterizzato da un’economia agricola e vitivinicola che valorizza i prodotti locali, in particolare i vini e i formaggi. Il villaggio, dichiarato anche “città del vino”, offre diverse attrazioni da visitare. Tra queste, il Palazzo Dolcini, un esempio di architettura Art Nouveau e Art Déco, costruito nel 1927 dall’architetto Ugo Dolcini. Originariamente concepito come Casa del Fascio, oggi è un centro polivalente che ospita cinema, teatri e mostre. L’chiesa provostale di Santa Maria Nuova, risalente al XIV secolo e situata in Piazza Mazzini, è un altro punto di riferimento, mentre le rovine del vecchio ponte sul Savio e del ponte Barbotto testimoniano la storia millenaria del villaggio.

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Mercato Saraceno è anche una destinazione ideale per gli amanti della natura e dello sport. Il territorio è ricco di sentieri immersi nel verde, come quelli del Fosso Sassignolo, che offrono itinerari di trekking ideali. Non si possono perdere le antiche chiese parrocchiali, come la Pieve dei Santi Cosma e Damiano, costruita sulle rovine di un tempio pagano, e la Pieve di Monte Sorbo, risalente all’VIII secolo, che testimoniano la profonda devozione spirituale della comunità locale. Chiamata anche Pieve di Santa Maria Annunziata, il santuario è un esempio ammirevole di chiesa romanica con pianta a croce greca, unica nella regione. La pieve ha avuto un ruolo cruciale all’inizio del Medioevo, poiché la valle del Savio era una delle principali vie di comunicazione. La presenza di una pieve, accanto a un ospedale, era essenziale per i pellegrini in viaggio verso Roma. L’esterno della chiesa, in pietra e mattoni, è decorato con marmi antichi recuperati, mentre la facciata e i muri esterni sono stati rinnovati alla fine del XVII secolo. Ma è l’interno che rende la chiesa parrocchiale di Monte Sorbo un esempio artistico e architettonico di grande valore. L’interno presenta elementi di grande interesse, come un acquasantiera risalente al II secolo, epigrafi medievali e varie colonne che testimoniano la stratificazione storica dell’edificio. La parte più notevole è una lastra rappresentante una mano, un volto e una croce, un simbolo che probabilmente indicava che la chiesa era un luogo di preghiera e di riposo per i pellegrini.

4. Sarsina

Sarsina è nota per il suo patrimonio culturale e religioso. Fondata dai Romani, la città è celebre per essere il luogo di nascita del drammaturgo latino Titus Maccius Plautus (Sarsina, tra 255 e 250 a.C. – Roma, 184 a.C.). Ogni anno, il festival Plautus, uno degli eventi teatrali più importanti d’Italia, si tiene in suo onore nell’Arena Plautina, attirando visitatori da tutto il paese. La basilica di San Vicinio, dedicata al santo patrono della città, è uno dei principali luoghi di culto della regione. Il collare taumaturgico del santo, conservato all’interno, è oggetto della devozione di numerosi pellegrini che vi si recano per il rito della benedizione, considerato un atto potente di guarigione spirituale. L’interno della basilica, con la sua catena o collare, accoglie il turista pellegrino alla ricerca di un’esperienza spirituale intensa. L’interno della basilica, caratterizzato da un design austero in mattoni e diviso in tre navate, crea un’atmosfera di tranquillità, accentuata dalla luce che filtra attraverso le piccole finestre e dal silenzio che la avvolge. La cappella di San Vicinio ospita le reliquie del santo, rendendo la cattedrale un importante luogo di pellegrinaggio.

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Il centro storico di Sarsina conserva numerose testimonianze della sua lunga storia, tra cui il museo archeologico nazionale, che espone oggetti risalenti all’epoca romana, e il parco Marmitte dei Giganti, una formazione geologica impressionante creata dall’erosione glaciale. Le collezioni del museo, per la maggior parte di origine locale, coprono un vasto periodo che va dalla preistoria all’antichità tardiva, con un focus particolare sul periodo romano. Le epigrafi funerarie, che offrono uno spaccato prezioso della vita sociale dell’antica Sassina, occupano un posto di rilievo tra gli oggetti esposti. La grande mosaico policromo del pavimento, noto come Triumph of Dionysus, così come l’imponente mausoleo di Rufus, sono particolarmente interessanti. Il museo ospita anche un insieme di statue rappresentanti divinità frigie ed egizie, in particolare la statua di Attis, che costituiva il principale santuario del Nord Italia dedicato a questi culti. Arredi, vari oggetti d’arredamento e una ricostruzione del triclinium (sala da pranzo) di una domus dell’epoca completano la collezione, offrendo uno spaccato affascinante della vita quotidiana nell’antichità. Sarsina è anche una tappa del Cammino di San Vicinio, un itinerario spirituale di oltre 300 chilometri che attraversa la valle del Savio e i paesaggi naturali circostanti, tra cui il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il villaggio di Calbano, situato su una collina all’esterno di Sarsina, rappresentava una posizione di difesa strategica per i Romani, ruolo che ha mantenuto anche nel Medioevo, quando è stato trasformato in fortezza. Oggi, le due torri circolari e il resto del muro del dongione sorvegliano Sarsina. Negli ultimi anni, Calbano si è arricchito della presenza del laboratorio del liutaio Elvis Moro, che vi costruisce chitarre classiche italiane, rinnovando le tecniche di costruzione tradizionali tipiche degli strumenti musicali italiani dalla seconda metà del XVIII secolo alle prime decadi del XX secolo.

5. Montiano

La prima menzione documentata di Montiano risale al 895 d.C., quando una contessa lombarda, Ingeralda, ne fece dono alla chiesa di Ravenna. Il suo balcone naturale offre una vista che si estende dalla pianura al mare e viene descritto nel XVI secolo come “la collina più bella di Romagna, il cui territorio è pieno di ulivi, vino e bei frutti sotto forma di un vasto giardino al centro del quale il

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