Poison, il profumo leggendario: Da icona boomer a fenomeno Gen Z!

Di : Lorenzo Dalmoro

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Nel cuore degli anni Ottanta, una rivoluzione olfattiva prendeva forma, catalizzando l’essenza di un decennio caratterizzato da audacia e trasgressione. Era il 1985 quando Christian Dior introdusse sul mercato una fragranza destinata a diventare iconica: Poison. Questo profumo non era semplicemente un’altra essenza sullo scaffale, ma un vero e proprio manifesto di un’epoca che esaltava l’eccesso e la visibilità. Immaginate giacche con spalle imbottite, colori vivaci e contrasti audaci, sottofondi musicali di Madonna e Cyndi Lauper che incitavano a celebrare la vita con spensieratezza. In questo scenario, Poison emergeva come un simbolo olfattivo di un’epoca meno impegnata politicamente ma più incline a sperimentare con il pop e l’extravaganza.

La Genesi di una Rivoluzione Olfattiva

Nell’inizio degli anni Ottanta, la divisione fragranze di Dior navigava sugli allori di successi precedenti come Miss Dior e Eau Sauvage. Tuttavia, il cambiamento era nell’aria e il pubblico desiderava qualcosa di radicalmente diverso. Fu così che Alain Chevalier, nuovo presidente di Moët et Chandon, incaricò Maurice Roger di creare un profumo che incarnasse lo spirito dei tempi. Senza direttive specifiche, Roger contattò le principali case essenziere come Mane, IFF, Givaudan e Firmenich, ricevendo quasi 800 proposte di fragranze.

La Nascita di “Poison”

La scelta finale cadde su una creazione di Edouard Fléchier, che, affinata insieme a Roger, portò alla luce Poison. Il nome stesso, che significa “veleno” sia in francese che in inglese, era provocatorio e mai usato precedentemente per una fragranza. Le note di testa erano un mix audace di prugna, bacche rosse, anice, coriandolo e bois de rose, mentre il cuore del profumo era un complesso bouquet di tuberosa, gelsomino africano, garofano, rosa, miele, incenso, cannella e opoponax. La base ricca di vaniglia, ambra, sandalo, cedro, eliotropio, muschio e vetiver completava questa fragranza potente e duratura, tanto che alcuni ristoranti ne proibirono l’uso per la sua intensità.

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Un Lancio Senza Precedenti

Il lancio di Poison nel 1985 fu un evento memorabile. A Parigi, un flacone veniva venduto ogni 50 secondi nei primi 12 giorni. A Singapore, la vendita era ancora più rapida e a Londra, il debutto presso Harrods segnò un record assoluto, superando la vendita annuale di tutte le altre fragranze. Il design del flacone, che ricordava un frutto proibito, era opera di Véronique Monod e si distingueva per il suo fascino unico e sensuale.

Un Impatto Duraturo nel Tempo

Il successo di Poison non si limitò al decennio di origine. Negli anni, Dior ha espanso la linea con varianti che reinterpretano l’essenza originale in chiavi diverse: da Tendre Poison, più verde e fiorito, a Hypnotic Poison, un orientale gourmand, fino a Poison Girl del 2016, più giovanile con note di arancia rossa e praline. Ogni versione ha cercato di catturare l’attenzione di nuove generazioni mantenendo l’audacia del classico originale.

Se oggi chiedete quale fosse il profumo degli anni ’80, la risposta di molti sarà inequivocabile: Poison. Un aroma che ha saputo catturare l’essenza di un’epoca, diventando un punto di riferimento culturale e olfattivo, amato e talvolta discusso, ma sempre indimenticabile.

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