La visione urbana del domani: un’ideale visionaria. Simile a quella di «Metropolis», il film iconico creato da Fritz Lang nel 1927. Quasi un decennio dopo il debutto di questa pietra miliare del cinema espressionista tedesco, l’architetto e inventore francese André Basdevant svelò una serie di audaci disegni per una Parigi del futuro. Basdevant, nato nel 1908, era un personaggio poliedrico: oltre ad essere architetto, era anche giurista, figlio di un rinomato professore di diritto.
Le tre audaci proposte di Basdevant
Tra il 1936 e il 1938, Basdevant presentò tre «visioni futuristiche».
La prima, e forse la più celebre, proponeva la costruzione di due imponenti torri a spirale che avrebbero permesso l’accesso in auto al secondo piano della Tour Eiffel: una per salire e l’altra per scendere, con un’altezza di 115 metri ciascuna. Queste torri erano collegate da un piano sopraelevato in cemento armato che facilitava il movimento e il parcheggio delle automobili.
Il secondo progetto, altrettanto rivoluzionario, era previsto per essere costruito lungo le rive della Senna, nel cuore della «Ville Lumière». Consisteva in una pista di atterraggio per aeromobili, un aeroporto elevato supportato da una vasta struttura circolare su pilastri, che avrebbe permesso la rotazione della superficie di atterraggio grazie a un imponente sistema di binari e ingranaggi.
Il terzo progetto si concentrava su la Manica: un tunnel dotato di due linee ferroviarie sovrapposte e quattro corsie per il traffico automobilistico. Questa visione, che precorse realizzazioni simili di mezzo secolo più tardi, ricevette inizialmente il supporto del Ministero dei trasporti francese. Tuttavia, lo scoppio della guerra mise fine agli sviluppi di questo ambizioso progetto dell’inventore francese.
André Basdevant è anche celebre per il suo ruolo di riferimento nello scoutismo internazionale, un’attività che gli permise di salvare molti scout ebrei dalla deportazione durante il periodo del regime di Vichy.
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