La trasparenza è il nuovo imperativo nel campo della sicurezza stradale italiana. Il 30 settembre, un passo significativo è stato compiuto dal Ministero dei Trasporti, che ha lanciato una piattaforma online destinata a raccogliere e rendere pubblici tutti i dati riguardanti gli autovelox installati sul territorio nazionale. Questa mossa mira a porre fine alle speculazioni e alle accuse rivolte a numerosi comuni che, negli ultimi anni, sembravano utilizzare questi dispositivi più per una questione di entrate economiche che per la sicurezza. Con un decreto ministeriale redatto a luglio, è stata fissata la scadenza del 30 novembre per l’inserimento delle informazioni dettagliate relative a ogni autovelox, inclusi marca, modello, posizione e numero di serie.
Caratteristiche e Requisiti degli Autovelox
La piattaforma richiede l’inclusione di dettagli fondamentali per ogni dispositivo. Tra questi, figurano:
– Posizione esatta dell’autovelox
– Marca e modello
– Tipo di installazione (fisso, mobile, ecc.)
– Matricola e dettagli dell’approvazione ministeriale
Importanza dell’Omologazione
Un punto cruciale di questo processo è l’omologazione degli autovelox. Diverse sentenze della Cassazione hanno stabilito che le multe sono valide solo se gli apparecchi sono conformi alle normative vigenti. Di recente è emerso che molti dispositivi non sono omologati, il che solleva dubbi sulla validità delle contravvenzioni emesse. Per omologare un dispositivo, sono necessarie verifiche specifiche che attestino il rispetto dei requisiti tecnici.
Consenso e Controllo
Ogni variazione nelle informazioni dell’autovelox deve essere comunicata tempestivamente attraverso la piattaforma. Questo assicura che i dati restino sempre aggiornati e facilmente consultabili da chiunque. Solo gli autovelox registrati e approvati possono rimanere attivi. Questo consente agli automobilisti di verificare la regolarità degli autovelox che hanno registrato la loro infrazione e, se necessario, presentare un ricorso.
L’Autonomia dei Comuni e le Stime di Installazione
Fino ad ora, i comuni hanno avuto grande libertà nella gestione degli autovelox, decidendo autonomamente dove e come posizionarli. Tuttavia, non è chiaro quanti siano effettivamente in funzione. Secondo stime del 2021 da parte del Coyote Group, in Italia erano attivi 14.297 dispositivi, con una prevalenza nel Nord Italia. Questi includono vari tipi di autovelox:
– Fissi
– Mobili
– Sistemi tutor per la velocità media
– Telecamere su semafori e incroci
Critiche e Controversie
Nel corso degli anni, alcuni comuni sono stati criticati per avere installato autovelox in punti strategici, come uscite di gallerie o lunghe rettilinee con limiti di velocità ridotti, al fine di incrementare le multe. Questa pratica ha sollevato dubbi sull’effettivo intento di promuovere la sicurezza piuttosto che di generare entrate.
Le Procedure di Omologazione
La procedura di omologazione, che dovrebbe essere di competenza del Ministero dei Trasporti, non è mai stata regolamentata chiaramente da una normativa specifica. Questo ha creato un’area grigia che ha complicato la gestione e l’approvazione degli autovelox. Nel frattempo, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) ha rilevato che il 59,4% dei dispositivi fissi era stato approvato prima del 2017, data in cui i nuovi standard di omologazione sono stati imposti, rendendo molti di essi potenzialmente irregolari.
Con l’introduzione di questa piattaforma, il Ministero dei Trasporti punta a ripristinare un senso di giustizia e equità nella gestione della sicurezza stradale, garantendo che ogni dispositivo sia non solo un deterrente contro le infrazioni, ma anche uno strumento trasparente e regolamentato per la tutela di tutti gli utenti della strada.
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