L’avvio è difficile: i fondi ministeriali sono stati ridotti a metà. Il presidente Basilotta: “È stato infranto un accordo tra lo Stato e una realtà privata”
Un’entusiasmante novità si inserisce nel panorama teatrale italiano con un’iniziativa coraggiosa e aperta a tutti: si tratta di Dispari Teatro, il primo Centro di Produzione teatrale del Piemonte situato fuori dall’ambito metropolitano di Torino. Questa realtà nasce dalla fusione di tre compagnie storiche: Il Melarancio di Cuneo, Onda Teatro e Teatro Popolare Europeo di Torino, creando così una cooperativa sociale che fonde il teatro dedicato a bambini e giovani con il Teatro Sociale e di Comunità, rappresentando un modello unico nel suo genere.
Nel 2025, Dispari Teatro è stato riconosciuto ufficialmente come Centro di Produzione per il Teatro dedicato all’infanzia e alla gioventù, insieme ad altre tre realtà in Toscana, Emilia Romagna e Puglia. Tuttavia, i finanziamenti erogati dal Ministero della Cultura sono notevolmente inferiori rispetto ai bisogni espressi: solamente 500.349 euro sono stati stanziati per l’intero settore, a fronte di un fabbisogno minimo di 1.100.000 euro per assicurare la sostenibilità e di 1.300.000 euro richiesti dai centri riconosciuti.
Sostegno ridotto, ma il progetto continua
Per Dispari Teatro, ciò implica una necessaria revisione della programmazione futura: il programma del 2025 è assicurato, ma a partire dall’anno successivo lo Spazio BAC di Torino non fungerà più come sede operativa del Centro. Nonostante ciò, continuerà a mantenere il suo ruolo culturale grazie agli eventi organizzati dal Teatro Popolare Europeo – Social Community Theatre Centre, in collaborazione con l’Università di Torino e Corep.
“Operiamo in condizioni difficili – afferma Gimmi Basilotta, presidente di Dispari Teatro e di ANCTI – ci sono compagnie che attendono i fondi da anni e altre che ne ricevono meno del previsto. Dobbiamo accontentarci di un terzo di quanto necessario, meno della metà di ciò che era stato accordato. Sono franco: percepisco questa situazione come un tradimento dell’accordo tra lo Stato e noi come privati“.
Il ruolo chiave di Cuneo
Nonostante le avversità, Dispari Teatro mantiene fermi i suoi obiettivi iniziali: valorizzare il patrimonio culturale di Cuneo, promuovere l’accessibilità e l’inclusione sociale, e sviluppare collaborazioni con entità locali, università e partner sia nazionali che internazionali. In particolare, a Cuneo, il nuovo Centro gestirà due luoghi significativi: l’Officina Santa Chiara, un’ex chiesa trasformata in spazio culturale da 400 posti, e il Teatro Toselli, una storica sala teatrale della città. L’ambizione è trasformare Cuneo in un hub nazionale di produzione artistica, formazione e inclusione, capace di dialogare con le nuove generazioni e le comunità locali. Ancora Basilotta: “Abbiamo scelto Cuneo non solo per le sue radici artistiche, ma anche per la possibilità di creare un teatro veramente pubblico, accessibile e radicato. Desideriamo che il teatro diventi un luogo di incontro, crescita e fiducia reciproca“. “Cuneo crede fermamente nel teatro”, hanno commentato la sindaca Patrizia Manassero e l’assessore Cristina Clerico. “C’è un legame storico profondo con la città. Sia la produzione che l’offerta teatrale sono vitali per il nostro futuro“.
I dati
Nel 2025, il Centro ha impiegato 55 lavoratori (di cui 27 soci), creato oltre 5.000 giornate di lavoro, realizzato 186 rappresentazioni di produzioni proprie e ospitato 56 spettacoli di compagnie italiane e internazionali, generando un fatturato superiore a 1,2 milioni di euro. Purtroppo, si prevede una riduzione di questi numeri nel 2026.
Un appello per il futuro
Da Dispari Teatro parte una richiesta chiara: è necessario integrare le risorse del Fondo Nazionale dello Spettacolo dal Vivo per consentire ai nuovi Centri di Produzione di avere un impatto concreto sul tessuto culturale italiano. “Abbiamo deciso di unirci – dichiarano i fondatori – perché crediamo nel teatro come luogo di incontro con il pubblico. Continueremo a farlo anche in condizioni avverse, ma chiediamo che le istituzioni sostengano adeguatamente chi lavora per costruire cultura, educazione e comunità”.
Articoli simili
- La Mole si tinge di rosso: grande celebrazione per i 70 anni del Teatro Stabile di Torino!
- Crisi a Firenze: il teatro della Pergola perde lo status di nazionale!
- Giovanni Quaglia conquista Torino: guiderà l’Accademia Albertina per altri tre anni [VIDEO]
- Adolescenza svelata in scena: 4 spettacoli imperdibili alla Casa del Teatro con “Giovani Sguardi”
- 80 Anni di Unione Musicale: Brunello e Sollima Inaugurano la Stagione 2025/26

Teodoro è un giornalista esperto in tendenze e innovazioni stilistiche. Il suo approccio diretto e semplice aiuta tutti a decifrare i codici dello stile moderno. Con curiosità ed esperienza, analizza le novità offrendo una visione chiara e accessibile a tutti i lettori.




