David Bowie, un’icona della pop music e amante della raccolta, era noto per essere un creativo dai molteplici talenti e un archivista preciso, un vorace lettore e un artista di sorprendente gentilezza. Era inoltre riconosciuto per la sua fluida sessualità e per la sua eleganza innata. Sarebbe difficile trovare abbastanza parole per descrivere le numerose sfaccettature di questo cantante, che ha rivoluzionato la scena musicale del Regno Unito e del mondo intero al pari dei Beatles. La locuzione “genio e sregolatezza” sembra quasi riduttiva per descrivere una personalità come la sua, che ha saputo continuamente reinventarsi durante tutta la vita, raccogliendo e catalogando idee, ricordi e progetti, anche quelli non realizzati, oltre a costumi di scena e lettere dei fan.
L’inaugurazione del David Bowie Centre
Da settembre 2023, è possibile esplorare quest’immensa eredità al David Bowie Centre, una nuova struttura dedicata all’archivio dell’artista, situata al Victoria & Albert East Storehouse nel cuore del Parco Olimpico di Londra. La famiglia di Bowie ha donato l’archivio al V&A nel 2023, e quello stesso archivio era stato la base per una mostra del 2013 sul Duca Bianco, che ha riscosso un enorme successo e continua a essere esposta in tutto il mondo. L’apertura del centro è frutto di due anni di lavori e di una generosa donazione di 10 milioni di sterline da parte della Blavatnik Family Foundation e della Warner Music Group, e ora è accessibile gratuitamente al pubblico.
Oltre 90,000 oggetti che furono di Bowie, scomparso nel 2016, illustrano il suo processo creativo e sono disponibili per la visione attraverso un sistema di prenotazione del museo. Manoscritti, autoritratti, spartiti, costumi originali, video e strumenti musicali, oltre a lettere personali, delineano la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti e performer di tutti i tempi, in un ambiente pensato come una scatola magica in continua evoluzione.
La gestione curatoriale e l’engagement giovanile
Il progetto ha beneficiato della collaborazione di Nile Rodgers, storico amico e collaboratore di Bowie e produttore di successi come Let’s Dance, e del gruppo The Last Dinner Party, la cui performance è stata influenzata dalla passione per l’icona pop. Il team di curatori del V&A East ha coinvolto giovani tra i 18 e i 25 anni dei distretti del nuovo quartiere culturale di Londra Est per creare nove installazioni rotanti che esplorano sia i progetti musicali famosi di Bowie sia quelli non realizzati, come l’adattamento di 1984 di Orwell e vari film non prodotti.
Costumi e oggetti distintivi
La mostra include 414 famosi costumi di scena, come il completo azzurro ghiaccio creato da Freddie Burretti per Ziggy Stardust nel 1972, le opere di Kansai Yamamoto per il tour del 1973 e il cappotto con la bandiera inglese realizzato con Alexander McQueen per l’album Earthling. Sono esposti anche collage di foto per L’uomo che cadde sulla Terra, 150 strumenti musicali e attrezzature di scena, testimoniando l’amore di Bowie per la tecnologia, il futurismo e la narrativa di fantascienza.
“Bowie era un vero poliedrico – spiega la curatrice del V&A East, Madeleine Haddon – era un musicista, attore, scrittore, performer e icona culturale. Rifletteva già il modo in cui i creativi di oggi attraversano diverse discipline in modo fluido, rifiutando una singola etichetta”. Bowie era un artista camaleontico, passando da alter ego trasgressivi alla vita di un uomo felicemente sposato e padre affettuoso.
Il David personale
La collezione include anche l’arte personale di Bowie, donata dalla moglie Iman, con la quale si sposò nel 1992. I visitatori possono ammirare anche lo smoking nero indossato al loro matrimonio, creato da Thierry Mugler. Nel vasto archivio cartaceo del centro si conserva molto del Bowie privato, un uomo che non buttava mai nulla perché ogni cosa poteva rivelarsi preziosa: schizzi, liste, disegni incompleti, menù annotati, lettere di ammiratori e dettagli personali come la lettera di raccomandazione scritta dal padre. In essa, il giovane David veniva descritto come un lavoratore instancabile e un buon candidato per un ruolo di ambasciatore. Un padre orgoglioso che non vide il figlio raggiungere il successo, poiché morì nel 1969, alcuni mesi prima del trionfo di Space Oddity.
È esposta anche una delle prime lettere di rifiuto ricevute da Bowie, da Apple Records, che testimonia una carriera costruita con determinazione e attenzione maniacale ai dettagli. Nulla era lasciato al caso, tranne forse l’improvvisazione sul palco. Per un studio legale londinese, il giovane Bowie ordinato e metodico sarebbe stato un’ottima acquisizione. Fortunatamente, per milioni di fan, la vita aveva preparato per lui un destino molto diverso.
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