Immersa nell’artigianato, la più recente opera di Franco Angelosante (L’Aquila, 1957) trasuda di tecnicismo dopo il suo ultimo evento espositivo “Universi paralleli: diaspora dell’umanità”, appena conclusosi nel capoluogo abruzzese. Questo lavoro conferma la sua tendenza a innovare nella ricerca di forme, temi e autenticità, un compito arduo nel panorama espressivo moderno. «L’arte oggi fatica a vivere nel proprio tempo», sostiene il pioniere della Technology Art durante la presentazione del manifesto del movimento, che attribuisce alla scienza un ruolo di “linguaggio attivo per esprimere la nuova fenomenologia artistica”.
Un dialogo tra scienza e fantasia
Di conseguenza, nelle opere di Angelosante si susseguono senza pause sferoidi; UFO; diversità di materiali; polimorfismi geometrici; installazioni e torsioni spaziali; audiovisivi e immaginazione meccanica o cinematismo meccanico. L’esibizione bilancia abilmente linguaggio e simbolismo, tracciando un percorso espositivo che va dall’ingenuità dei miti e delle tradizioni (Croce dell’Apocalisse, 2010) verso una progressiva sperimentazione di forme antropomorfe, come la Città spaziale (1990) e, precedentemente, Metropolis (1987); Ciclisti (1999) o i recenti sviluppi del 2019 di Kàos, esplorazioni di epifenomeni futuristici.
Questi lavori riflettono un’esplosione galattica che rappresenta la liberazione figurativa dell’umano, catturato mentre tenta improbabili gesti per domare l’energia materica con filamenti illuminati a LED, una fusione tra astrofisica e contrasto muscolare di umile origine terrestre.
Visioni cosmiche e città immaginate
La banalità, ripetuta figurativamente nella rappresentazione circolare – simile a piccoli pianeti dispersi nello spazio infinito – di confusi agglomerati residenziali, emerge come metafora di frammentazioni demografiche, urbanistiche e sociali. Scenografie ordinate, create con paziente precisione artigianale e rispetto per i principi dottrinali, utilizzando calcoli e algoritmi per affidare alla rigida pratica scientifica la simulazione di mondi futuri o realtà ancora non percepibili, o di contesti esorcizzati di dislocazione spazio-temporale.
Luce, energia e spiritualità
Le visionarie acrobazie artistiche di Angelosante sono alimentate dalla sua formazione tecnico-scientifica accumulata negli anni. Questo background professionale si amalgama con una sensibilità religiosa, evidente nei continui riferimenti al Vecchio Testamento, come nella sua decisione di assegnare all’illuminotecnica un ruolo centrale, spiegando: «Luce=energia=verità, poiché la luce illumina l’intelletto, fonte di sapienza». Ecco quindi il chiaro insegnamento del salmista (Salmo 36,9): «Nella tua luce vedremo la luce».
Queste sono le basi per scene impostate tra geometrie e policromie, che esprimono la gamma di emozioni e reazioni nel dialogo Uomo-Spazio, elemento centrale nell’indagine artistica di Angelosante, specialmente quando esplorata attraverso parametri creativi stimolati dall’osservazione di buchi neri, tempeste solari o vivaci dibattiti quantistici.
Il quartetto della visionarietà
La comunicazione estetica di Angelosante si completa attraverso l’artigianalità operativa, l’introspezione spirituale e il patrimonio scientifico, elementi che formano il quartetto della sua visionarietà. L’artista riconosce che «angeli e conoscenza sono strumenti essenziali di comunicazione senza i quali l’arte non può confrontarsi con la realtà attuale».
Questo permette alle installazioni, alle antologie cinematografiche, alla manualità rappresentativa e alla costruzione di effetti spazio-temporali di riaffermare il processo artistico nel suo insieme compositivo, seguendo i principi concettuali dell’autore.
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Teodoro è un giornalista esperto in tendenze e innovazioni stilistiche. Il suo approccio diretto e semplice aiuta tutti a decifrare i codici dello stile moderno. Con curiosità ed esperienza, analizza le novità offrendo una visione chiara e accessibile a tutti i lettori.




