Frigoriferi abbandonati a Tivoli: scoperta la vasta area desolata!

Di : Lorenzo Dalmoro

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Resti di Elettrodomestici e Abbandono: La Situazione a Bagni di Tivoli

Nei pressi della vecchia fabbrica di polveri da sparo Stacchini, situata a Bagni di Tivoli nella provincia di Roma, si possono osservare i resti di frigoriferi smantellati, privati degli elementi piรน preziosi e rivendibili. Quest’area, visibilmente trascurata e abbandonata, รจ accessibile tramite un sentiero che serpeggia lungo il perimetro recintato, attraversando una vegetazione fitta e variegata, da cui emergono le carcasse di vecchi elettrodomestici. Proseguendo il cammino, si scoprono centinaia di frigoriferi disassemblati accumulati attorno agli alberi in fiore o dispersi tra i rovi e vicino ai vecchi depositi di esplosivi.

All’estremitร  del percorso, prima dell’area cannetata che occulta la vista sull’Aniene, affluente del Tevere, si distende un’area brulla disseminata di ulteriori frigoriferi abbandonati.

Questa vasta discarica illegale si estende per quasi mezzo chilometro quadrato, superando in dimensioni la metร  dell’ex area industriale di Stacchini, situata all’incrocio tra la densamente popolata periferia nord-orientale di Roma e le cittadine di Guidonia Montecelio e Tivoli, che insieme hanno quasi 150mila residenti. Si arriva all’area percorrendo una strada dissestata che corre parallela ai binari della ferrovia Roma-Pescara, terminando in un piazzale usato come parcheggio notturno dai camionisti in attesa di caricare merci in un vicino hub logistico. Poco oltre il fiume e l’autostrada adiacente si trova il confine con Roma. A meno di cinque chilometri di distanza sorge Villa Adriana, uno dei gioielli dell’antica Roma, che nel 2024 ha attratto 250mila visitatori, mentre le terme di acque sulfuree di Tivoli si trovano a soli un chilometro di distanza.

ยซCrediamo che per almeno un decennio molti rivenditori locali abbiano utilizzato quest’area per lo smaltimento degli elettrodomestici usati, che sono obbligati a ritirare all’acquisto di nuovi apparecchiยป, afferma Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. Scacchi, residente a Tivoli, conosce bene il sito e ricorda come da bambino si sentissero le esplosioni provenienti dalla fabbrica, che nel 1946 fu teatro di un grave incidente causando cinque morti e diverse decine di feriti. Dopo il fallimento della Stacchini nel 2000 e la successiva chiusura dello stabilimento, l’area fu occupata da centinaia di persone di etnia rom, che vi eressero un insediamento di baracche e roulotte.

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Gli ambientalisti sostengono che il traffico illecito di rifiuti sia iniziato intorno al 2010. ยซI rom venivano usati come copertura, poichรฉ nessuno interveniva a controllare l’attivitร  interna, mentre loro smontavano i frigoriferi per recuperare il rame e altri materiali rivendibiliยป, spiega Scacchi. ยซL’ampiezza del fenomeno suggerisce l’esistenza di una rete ecomafiosa che lucrava due volte sull’illecito smaltimento di questi rifiuti: da un lato, sfruttando i contributi previsti per il corretto smaltimento, e dall’altro, mercanteggiando i metalli preziosi contenuti nei frigoriferi, lavorati da manodopera non regolamentataยป.

Nel 2015, dopo lo sgombero del campo e la demolizione delle baracche, i terreni furono venduti all’asta a una societร  intenzionata a sviluppare un hub logistico. Tuttavia, la bonifica dell’area non รจ mai stata realizzata a causa dei costi proibitivi, ยซquattro volte superiori all’importo speso per l’acquisto dei terreniยป, spiega Gianni Innocenti, ex assessore all’Ambiente di Tivoli con la precedente amministrazione di centrosinistra. Secondo Legambiente, i costi di bonifica sarebbero di almeno 4 milioni di euro, cifra che potrebbe salire a 10 milioni nel caso fosse necessario scavare alla ricerca di ordigni sepolti e ripulire i suoli dalle scorie legate alla produzione di bombe.

La fabbrica, attiva dalla fine degli anni ’30 e occupata dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, ha prodotto ordigni di vario tipo per decenni. ยซNon sappiamo cosa potremmo trovare nelle cavitร  naturali tra le rocce di travertino o negli edifici ormai rovinati dove si preparavano le bombeยป, dice Scacchi. In piรน occasioni sono stati ritrovati ordigni inesplosi tra la vegetazione. Nel 2014, grazie alla segnalazione di un cercatore di asparagi selvatici, furono scoperte dodici bombe inesplose che emergevano dal terreno.

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Protezione e Conservazione dell’Area

Nel 2017, la Commissione Europea ha designato quasi mezzo chilometro quadrato del terreno dell’ex polverificio come Zona Speciale di Conservazione (ZSC), un’area in cui gli habitat naturali devono essere protetti a causa della presenza di giacimenti di marmo di travertino, la pietra bianca tipica dei monumenti romani. Nel 2020, la gestione dell’area รจ stata affidata al Parco regionale dei monti Lucretili, e nel novembre del 2024 i nuovi proprietari della Stacchini hanno raggiunto un accordo con la Regione che permette la costruzione del polo logistico su circa 300mila metri quadrati di terreni fuori dall’area protetta. In cambio, cederanno i terreni residui al Parco.

Innocenti, nel suo ruolo di assessore all’Ambiente, aveva commissionato un censimento “parziale” dei rifiuti, che avrebbero dovuto essere rimossi successivamente. ยซVolevo prevenire un’ulteriore sanzione europea all’Italia per la violazione delle norme sullo smaltimento dei rifiuti, dato che si tratta anche di un’area protettaยป, spiega. Tuttavia, a marzo del 2021, alcuni comitati ambientalisti locali si opposero all’ingresso dei camion incaricati di rimuovere i frigoriferi, sostenendo che avrebbero danneggiato i licheni sulle rocce di travertino, in violazione delle norme europee che tutelano l’area. Di conseguenza, la Regione Lazio posticipรฒ la bonifica, che non รจ mai stata realizzata. ยซIl risultato รจ stato la preservazione della biodiversitร , ora costretta a convivere con i rifiutiยป, conclude Innocenti.

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