‘M il Figlio del Secolo’ e il suo Ritratto del Fascismo in Italia
Recentemente è stata rilasciata una nuova serie televisiva chiamata M il figlio del secolo. Questa serie è giunta all’attenzione del pubblico per il suo peculiare approccio nella narrazione della vita di Mussolini, utilizzando un tono grottesco e innovativo che non manca di lanciare frecciate, alcune velate e altre meno, ai giorni nostri.
Nel corso degli episodi, si ascolta il motto “Make Italy great again”, evidenziando un paragone inquietante con la retorica contemporanea.
Le scene mostrate in televisione, che riflettono non solo la trama della serie ma anche aspetti della realtà attuale, hanno suscitato preoccupazione e riflessione tra il pubblico.
Racconti del Periodo Fascista: Le Voci dei Nonni come Monito
Ho avuto l’occasione di discutere di queste preoccupazioni con una persona di 92 anni, nata e cresciuta durante il fascismo. Questo testimone aveva poco più di dieci anni durante la guerra e i suoi ricordi di quegli anni oscuri sono ancora vividi.
Un dialogo è stato anche intrapreso con un individuo di generazione baby boomer, che conserva sia i ricordi personali sia quelli tramandati dai suoi antenati, tra cui mio bisnonno, ormai scomparsi.
I racconti che emergono parlano di un’epoca di terrore, in cui la conformità ideologica era imposta per sopravvivere e lavorare. Per avere un impiego era necessario essere iscritti al partito fascista, pena la perdita del lavoro o peggio, la vita.
Le piazze, nonostante il clima di oppressione, erano piene durante i comizi di Mussolini. Mi è stato spiegato che la paura era un potente strumento di controllo. I bambini, vestiti da piccoli fascisti, erano inviati a raccogliere metalli per l’industria bellica durante i sabati fascisti, mentre nel tempo libero, spinti dalla fame, si azzardavano a cercare cibo nelle tende dei soldati tedeschi di notte.
Quando interrogato sulla presenza di violenze da parte di tedeschi e americani nel loro paese, la risposta è stata affermativa, ricordando l’arrivo dei tedeschi con compiti specifici e tragici.
Gli americani, d’altra parte, sono ricordati anche per aver distribuito grandi quantità di cioccolata, diventata simbolo di quel periodo bellico.
Primo Levi e l’Imperativo della Memoria Storica per le Future Generazioni
Primo Levi, celebre scrittore e sopravvissuto all’Olocausto, ha sempre insistito sulla necessità di non dimenticare gli orrori del passato. Egli temeva che, con la scomparsa delle ultime testimonianze dirette, la memoria storica potesse affievolirsi, esponendo le nuove generazioni al rischio di sottovalutare le ideologie totalitarie. “La memoria storica è ciò che ci impedisce di ripetere gli errori del passato”, sottolineava Levi.
Ora che sono trascorsi poco più di 100 anni dalla marcia su Roma del 1922, le parole di Levi continuano a riecheggiare, ricordandoci l’importanza di mantenere viva la conoscenza dei tempi passati.
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Marcelina è una giornalista curiosa e sensibile, appassionata d’arte e cultura. Analizza le tendenze attuali con parole semplici e accessibili. Il suo stile accogliente e informativo guida i lettori nel mondo affascinante della moda, mettendo in luce le influenze storiche e le creazioni contemporanee.




