Da quale angolazione osservarla, esplorarla e comprenderla? Come accedervi e come gestirla? Queste domande hanno turbato molti nel corso della storia, dagli Etruschi ai Genovesi fino ai Francesi, con risposte che sono cambiate nel tempo e spesso cariche di desiderio di dominio. Ma l’oggetto di tali questioni è sempre stata quell’isola dalla forma peculiare, la Corsica. I suoi abitanti, i Corsi, oggi sanno raccontare le storie che sono emerse nel corso dei secoli.
Questi interrogativi sorgono anche nelle menti dei turisti più attenti: come si accede alla Corsica? E, oltre alle scogliere e alle spiagge per le quali l’isola è rinomata, cosa si nasconde nel suo interno misterioso, aspro, boscoso e roccioso? In sostanza, come si affronta — anche solo dal punto di vista turistico — la Corsica e la sua storia?
Ingresso della Maison Bonaparte (foto Meliga)
In due articoli separati descriveremo altrettante brevi “esplorazioni” che non hanno la pretesa di essere esaustive. Piuttosto, l’obiettivo è fornire due esempi rapidi e parziali di luoghi da vedere e persone da incontrare per assaporare la storia di quest’isola, che si intreccia in modo forse unico con le vicende europee.
Per iniziare non si può che partire da Ajaccio, la città del corso più noto e influente, Napoleone Bonaparte, e, nella città, dalla sua casa natale.
La fila di visitatori inizia a formarsi presto al mattino nella stretta rue Saint Charles, mentre i proprietari dei numerosi locali che si affacciano sulle stradine del centro storico sistemano tavoli e sedie dopo la serata precedente. Noi abbiamo la fortuna di visitare l’edificio accompagnati dal Conservatore di quello che è effettivamente un museo nazionale.
Jean-Marc Olivesi, Conservatore della Maison Bonaparte ad Ajaccio
Attraverso Jean-Marc Olivesi esploriamo le vicende della famiglia Bonaparte che voi potrete seguire grazie alle audioguide (in italiano) disponibili per i visitatori. Le storie sono troppo complesse per essere riassunte qui, ma gli oggetti, mobili e documenti esposti nei due piani della Maison Bonaparte sono accuratamente selezionati (nessuna inutile accumulazione di carte e oggetti) e preparano al clou della piccola stanza dove Napoleone nacque dopo un precipitoso trasporto della madre Letizia a casa dalla chiesa in cui assisteva alla messa—era la Festa dell’Assunzione, 15 agosto—con la portantina che è esposta anch’essa qui.
La stanza dove nacque Napoleone (foto Berchi)
La portantina originale (foto Berchi)
Lasciamo a voi scoprire l’affascinante intreccio di date e eventi che vedono Napoleone attraversare la storia della Corsica e della Francia; qui però merita menzione una botola. Tornato per qualche giorno nella casa natale, dal 2 al 5 ottobre 1799, di ritorno dalla spedizione in Egitto, dopo i soliti e noiosi omaggi della buona società locale, Napoleone fuggì attraverso una botola ancora visibile in una delle camere, raggiunse la fregata “La Muiron” ancorata e lasciò l’isola per non farvi più ritorno.
L’atto di battesimo di Napoleone sul registro parrocchiale (foto Berchi)
A breve distanza dalla Maison Bonaparte, “La Stampa” ha avuto l’opportunità di visionare in via straordinaria un documento eccezionale: l’atto di battesimo di Napoleone. Ci troviamo infatti nei sotterranei della magnifica Bibliothèque Patrimoniale Fesch che, insieme al vicino e omonimo museo, forma un polo culturale di alto livello. La biblioteca fu avviata dallo stesso Napoleone, allora Primo Console, è aperta al pubblico e permette a studiosi e ricercatori di consultare un patrimonio estremamente ricco, anche grazie a un lungo e accurato recente restauro che ha interessato l’edificio e continua su volumi e incunaboli di grande valore.
La Biblioteca Fesch (foto Berchi)
Il museo ospita una ricca collezione di primitivi italiani e una piccola parte dei 16mila dipinti e sculture dell’immensa collezione raccolta dal cardinale Fesch, zio di Napoleone e figura di primo piano nei rapporti tra Francia e Santa Sede nei turbolenti anni tra Sette e Ottocento.
Essere bravi guidatori, non soffrire di mal d’auto e partire di primissima mattina. Sono le tre caratteristiche indispensabili per la prima delle nostre incursioni. Servono infatti due ore di guida lungo le strade proverbiali corse per arrivare a Levie/Livia; due ore in cui i destini del guidatore e del passeggero sono nettamente divisi: il primo concentrato su curve e controcurve con possibili attraversamenti di cinghiali (veri padroni dell’isola?), il secondo finalmente in grado di scoprire cosa la Corsica nasconde non appena si va oltre la morbida scorza della sua costa.
Kewin Peche-Quilichini, Direttore del Musée de l’Alta Rocca a Levie
La scoperta ha il suo culmine in due luoghi davvero emblematici: il Musée de l’Alta Rocca e il sito archeologico di Cucuruzzu. Il direttore del Museo, Kewin Peche-Quilichini, è prima di tutto un archeologo e in questa veste conduce personalmente scavi nell’isola e, inoltre, si prende la briga di curare con le sue mani la replica di una capanna del neolitico nel giardino del Museo.
Ma è tutto il complesso a avere un allestimento modello per chiarezza e cura espositiva, capace di mostrare reperti sorprendenti come una gomma da masticare dell’Età del Bronzo a base di corteccia di betulla ma anche e soprattutto di spiegare in modo semplice le origini geologiche del sud della Corsica, le vicende dei primissimi abitanti — illuminante la sepoltura della “Dame de Bonifacio” — e l’evoluzione degli insediamenti sino quasi ai giorni nostri.
La “Dame de Bonifacio” al Museo de l’Alta Rocca (foto Berchi)
Si esce dal museo e dopo una sosta rinfrescante in uno dei piccoli locali tra le case di Levie abbarbicate alla montagna, si riparte per vedere sul campo le tracce della preistoria dell’isola nel sito di Cucuruzzu.
Il “chewing-gum” dell’Età del Bronzo (foto Meliga)
Un parcheggio un po’ troppo sconnesso e polveroso fa già da monito: servono scarpe adatte e spirito giusto per una passeggiata non impegnativa ma che richiede un po’ di attenzione e passo sicuro. La meta… sono due: guidati da una affabile e competente mediatrice dei siti archeologici, sempre all’ombra della fittissima vegetazione, si raggiunge l’impressionante ammasso di blocchi granitici con cui era stato costruito il villaggio-fortezza dell’età del bronzo.
L’ingresso del sito archeologico di Cucuruzzu (foto Meliga)
Nel sito preistorico ci si può aggirare tra i resti di mura, torre e locali ipogei immaginando la rude vita degli antichi abitanti, vita che arrivò sino al medioevo come testimonia la tappa successiva della passeggiata, il casteddu di Capula, prima di chiudere l’anello al punto informazioni da cui eravamo partiti per un totale di un paio d’ore di visita.
Nel “casteddu” di Cucuruzzu (foto Meliga)
Le stesse che servono per tornare ad Ajaccio dove la giornata si conclude senza smarrire il clima di autenticità, simpatia umana e di “dolce ruvidezza” del paesaggio che, assieme alle curve…, ha contraddistinto la giornata. Si va infatti a cena al ristorante “Le 20123”, sorta di capsula del tempo collocata tra le vie pedonali del centro storico. Il locale è il “trasloco” in città di muri, pavimenti, cortile e dettagli di una taverna di paese un tempo aperta nel borgo di Pila Canale a sud di Ajaccio. Ambiente semplice, acqua da spillare alla fontana e menu serale fisso da decenni e robusto di sapori contadini. Come a dire: questa è la Corsica e la dovete saper prendere e gustare com’è.
*********
– Info sulla Corsica qui
– Info su Ajaccio qui
– Info sulla Francia qui
ARRIVARE
I collegamenti migliori e più comodi sono quelli via mare. I traghetti gialli della Corsica Ferries garantiscono buone frequenze in tutti i periodi dell’anno e collegano i porti italiani di Savona e Livorno con Bastia e Isola Rossa. Per arrivare ad Ajaccio occorre imbarcarsi a Nizza o a Tolone. A bordo, tutti i servizi essenziali, dalle cabine con o senza oblò ai comodi ristoranti di differenti categorie. Per alcune tratte e date sono disponibili biglietti con livelli di flessibilità. All’aeroporto di Ajaccio — ovviamente intitolato a Napoleone — si arriva con voli di Air Corsica in partenza da Roma.
Napoleone, “testimonial” di Ajaccio (foto Berchi)
DORMIRE
Ad Ajaccio sistemazione molto comoda all’Hotel Pozzo di Borgo a 30 metri dalla Maison Bonaparte e nell’isola pedonale ma con servizio di garage su prenotazione.
MANGIARE
Oltre al ristorante “Le 20123” citato nell’articolo, si mangia bene in ambiente decisamente più moderno al Directoire. Tutto il centro pedonale tra la Cittadella e la Cattedrale è costellato di locali di diverse fasce di prezzo.
VISITARE
Chi desidera una visita guidata in italiano ad Ajaccio e/o al complesso Biblioteca-Museo Fesch può rivolgersi alla guida specializzata Jean-Philippe Di Grazia (jpdigrazia.tourguide@gmail.com)
Recenti articoli sulla Corsica qui, qui e qui
Articoli simili
- Jean-Marc Olivesi: Il Nuovo Custode della Casa Bonaparte ad Ajaccio!
- Andare in vacanza in Corsica senza spendere troppo: consigli provati e riprovati!
- Kewin Peche-Quilichini: Il Nuovo Direttore Rivoluzionario del Musée de l’Alta Rocca!
- Estate a Lisbona: Nuovi Musei e Tramonti Mozzafiato, Scopri la Magia dell’Oceano!
- Esplora la Corsica Storica: Dalle Dimore di Paoli a quelle del Governatore Romano!

Lorenzo è un giornalista appassionato di scoperte e di nuovi orizzonti. I suoi racconti di viaggi e moda sono scritti in modo semplice e diretto, rendendo le tendenze internazionali facilmente comprensibili. La sua scrittura dinamica e informativa guida i lettori nel mondo delle nuove avventure stilistiche.




