Il Referendum sulla Cittadinanza Italiana per i Non-EU
Il 8 e 9 giugno, gli italiani sono chiamati alle urne per esprimersi su diverse questioni, tra cui spicca la proposta di abbreviare il periodo necessario per gli stranieri non appartenenti all’UE per ottenere la cittadinanza italiana. Attualmente, il tempo richiesto รจ di 10 anni di residenza continua, ma il referendum propone di ridurlo a 5 anni, allineandosi cosรฌ a quanto giร avviene in molti altri paesi dell’Europa occidentale. Le stime sul numero di persone che potrebbero immediatamente beneficiare di questa modifica variano significativamente, con alcune fonti che parlano di 2,5 milioni di individui, mentre un’analisi dettagliata del centro studi IDOS parla di un massimo di 1,7 milioni.
Nonostante l’ampia copertura mediatica, pochi dettagli sono stati forniti su chi siano realmente queste persone: la loro provenienza, situazione attuale, l’etร , da quanto vivono in Italia e le difficoltร specifiche che incontrano nell’attuale procedura di naturalizzazione, piรน lunga e complicata rispetto a quella di altri paesi europei.
Pur mancando dati precisi, unendo diverse informazioni e testimonianze รจ possibile delineare un quadro abbastanza chiaro della situazione.
Chi sono i “Soggiornanti di Lungo Periodo”?
Nella terminologia amministrativa italiana, si definiscono “soggiornanti di lungo periodo” coloro che detengono un permesso di soggiorno di lunga durata, richiedibile dopo cinque anni di residenza regolare nel paese. Tuttavia, non tutti riescono a ottenere tale status, a causa di criteri di eleggibilitร piuttosto severi.
La maggior parte degli adulti in questa categoria lavora โ condizione necessaria per mantenere il permesso di soggiorno secondo la legge italiana โ e risiede in Italia da diversi anni. Predominantemente, questi individui si trovano nel Nord Italia, dove, secondo l’ISTAT, quasi il 60% delle recenti naturalizzazioni si concentra in regioni come Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. In particolare, l’IDOS stima che oltre 371.000 di queste persone vivano in Lombardia, mentre solo l’1,2%, pari a 17.200 individui, risiedono in Calabria.
Non ci sono dati certi sui redditi dei “soggiornanti di lungo periodo”, ma รจ plausibile che siano economicamente piรน svantaggiati della media: nel 2023, il 40,1% degli stranieri residenti regolarmente in Italia era a rischio povertร o esclusione sociale, rispetto al 20,7% degli italiani. Inoltre, lo stipendio medio annuo degli stranieri extra-UE era inferiore del 30,7% rispetto alla media generale (16.392 euro contro 24.592 euro).
Molti di essi sono impiegati in settori come l’agricoltura, il commercio, l’edilizia e la cura domestica. ร importante notare che la maggior parte dei concorsi pubblici รจ riservata ai cittadini dell’UE, limitando ulteriormente le opportunitร per questi lavoratori.
Il Complesso Processo di Naturalizzazione e le Sue Implicazioni Sociali
Nonostante molti “soggiornanti di lungo periodo” vivano e lavorino in Italia da anni, non hanno il diritto di voto nรฉ nelle elezioni nazionali nรฉ in quelle locali, a meno che non siano cittadini di un paese dell’UE. Questa condizione รจ stata paragonata dal demografo Gianpiero Dalla Zuanna, in un articolo su Avvenire, a quella delle donne italiane prima del 1946: contribuiscono a determinare il numero di rappresentanti eletti, ma non possono scegliere i propri rappresentanti nรฉ essere eletti.
Un caso esemplare รจ quello di K., arrivata in Italia a un anno e mezzo e cresciuta completamente nel paese. Dopo dieci anni di residenza regolare, i suoi genitori iniziarono le pratiche per la cittadinanza, ma la morte del padre interruppe il processo. Ora, dopo oltre vent’anni in Italia, K., lavorando autonomamente, ha finalmente visto accettata la sua richiesta di cittadinanza, che potrebbe diventare effettiva tra tre o quattro anni.
La provenienza di queste persone spesso rispecchia i flussi migratori piรน recenti. Nel 2023, il 70% delle naturalizzazioni รจ avvenuto attraverso la residenza, con un significativo contributo di persone di origine albanese, marocchina e indiana, rappresentando rispettivamente il 16,2%, 14,2% e 5% del totale.
L’Impatto del Referendum
Se il referendum dovesse passare, oltre 280.000 minori potrebbero immediatamente beneficiare della nuova legge, migliorando notevolmente le loro prospettive di integrazione e riducendo il senso di alienazione e frustrazione causato dall’attuale sistema. La situazione di questi minori, spesso nati o cresciuti in Italia, รจ particolarmente critica, poichรฉ devono attendere fino alla maggiore etร per poter richiedere la cittadinanza, nonostante vivano e si sentano completamente italiani.
La revisione della legge sulla cittadinanza potrebbe quindi non solo semplificare la vita di molti residenti di lungo periodo, ma anche favorire una piรน rapida e completa integrazione di queste persone nel tessuto sociale ed economico italiano.
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