Finalista ai Globi d’Oro 2025, si connetterà in diretta dopo la visione al Cinema Massimo il mercoledì 2 luglio: “Una pellicola che esplora quel periodo dell’adolescenza in cui si inizia a comprendere il mondo”
Edgardo Pistone parteciperà come ospite all’evento “Un’Estate al Cinema” organizzato dall’associazione Museo Nazionale del Cinema.
La sua opera prima, intitolata “Ciao bambino”, sarà proiettata mercoledì 2 luglio presso il Cinema Massimo. Sfortunatamente, lo stesso giorno il regista dovrà partecipare alla cerimonia dei Globi d’Oro 2025, dove è uno dei finalisti.
“Mi dispiace non poter essere a Torino di persona – ha detto Edgardo Pistone – ma spero di potermi unire a voi virtualmente subito dopo la proiezione. Sono entusiasta della nomination, soprattutto perché i Globi d’Oro sono molto considerati dalla stampa internazionale. È difficile per un film napoletano guadagnarsi attenzione all’estero. ‘Ciao bambino’ ha seguito tutto il percorso previsto senza saltare nessuna tappa. I premi sono un grande gioco in cui non sempre vince il migliore, ma è comunque fantastico che il film abbia catturato l’interesse di molte giurie. Ora affronto queste occasioni con più gioia e un po’ meno ansia.
Il film presenta l’incontro di due universi: Attilio, un diciannovenne di Napoli, e Anastasia, una giovane prostituta ucraina che dovrebbe controllare, ma di cui si innamora. Come è nato il progetto?
“L’ispirazione viene dalla volontà di descrivere gli albori dell’adolescenza, un periodo in cui si inizia a vedere il mondo con occhi nuovi. Attilio rappresenta me da adolescente ma anche tutti gli adolescenti che ho conosciuto, con quel mix di ambizione e paura. Si chiede che tipo di mondo sta per ereditare. Il personaggio è nato in concomitanza con la guerra in Ucraina. Un articolo sulla tratta degli esseri umani mi ha colpito particolarmente. Il film è il risultato di queste due necessità: raccontare il mondo attraverso gli occhi di un ragazzo e allo stesso tempo confrontarsi con tematiche come la guerra.”
Quanto di te c’è in Attilio?
“Ci sono molte mie caratteristiche, specialmente nelle incertezze, nelle paure, nei sentimenti. Credo che ogni autore parli di sé attraverso i suoi film, esplorando aree personali. È molto, forse troppo, ma il cinema consente di parlare di sé con una certa impudenza, pur celando la realtà.”
Perché hai deciso di girare in bianco e nero?
“Perché mi affascina. Inoltre, lavorando con soggetti e scenari reali, il bianco e nero mi permette di isolare la narrazione e renderla universale. Il film non descrive una generazione specifica, ma vuole esplorare l’adolescenza. Il bianco e nero trasforma la realtà del mio quartiere.”
Come è stata l’esperienza di girare nel tuo quartiere, Rione Traiano, a Napoli?
“È stata affascinante perché mi ha dato l’opportunità di vedere luoghi familiari sotto una nuova luce, attraverso il cinema, e di riscriverne la storia. È stato impegnativo perché mi costringeva a rimanere sempre connesso alla realtà. Tuttavia, lo rifarei senza esitazioni, è stata un’esperienza entusiasmante.”
Quali sono i futuri progetti di Edgardo Pistone?
“Sto scrivendo e leggendo molto, al momento sono alla ricerca della storia giusta per me. Ho il desiderio di realizzare un secondo film e sto cercando le opportunità per farlo.”
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