Interventi in Italia e in Europa per Combattere il Caldo Estremo
In quest’epoca di temperature elevate, sia in Italia che in altre nazioni europee, molti enti locali hanno implementato varie strategie per salvaguardare la popolazione dai pericoli legati al calore estremo. Ad esempio, in alcune regioni italiane si è optato per la sospensione di attività lavorative nelle ore più torride, mentre numerose città hanno attivato supporti per gli anziani solitari e per le persone senza una dimora fissa. Recentemente, molte città italiane hanno introdotto l’innovativo concetto di “rifugi climatici”: luoghi pubblici, spesso gratuiti, dove i cittadini possono trovare sollievo dal calore.
I “rifugi climatici” includono spazi interni come musei, biblioteche e centri commerciali che, grazie alla loro struttura o all’aria condizionata, offrono un ambiente più fresco. Si contano anche spazi esterni come giardini o piscine pubbliche. Questi luoghi, oltre a garantire una temperatura più bassa, sono equipaggiati con servizi essenziali come bagni e accesso all’acqua potabile.
Le liste di questi rifugi sono pensate soprattutto per assistere persone senza fissa dimora o in condizioni economiche precarie, che spesso non dispongono di condizionatori nelle loro abitazioni, oltre a bambini e anziani o individui con particolari condizioni di salute che li rendono più vulnerabili al caldo. L’obiettivo principale è utilizzare infrastrutture già esistenti per fornire un punto di riferimento sicuro durante le ondate di calore.
Anche fuori dall’Italia, città come New York hanno adottato simili misure. In Europa, Barcellona è stata tra le prime a lanciare questo tipo di iniziativa nel 2020, identificando quasi 400 “rifugi climatici”. Oggi, quasi il 98% della popolazione di Barcellona vive a meno di dieci minuti a piedi da uno di questi rifugi.
La Situazione dei “Rifugi Climatici” nelle Città Italiane
Nonostante se ne parlasse già l’anno scorso, solo recentemente in Italia sono state pubblicate le prime liste di “rifugi climatici” nelle maggiori città. A Bologna, ad esempio, l’elenco include 15 siti tra cui biblioteche, parchi e centri di quartiere, oltre a spazi come la piazza coperta Lucio Dalla. Firenze ha identificato 44 luoghi, di cui 37 sono giardini e 7 biblioteche, tra cui quella delle Oblate e quella dell’Isolotto. Entrambe le città hanno espresso l’intenzione di espandere queste liste.
A Napoli, l’iniziativa è stata portata avanti autonomamente dall’associazione Cleanap, attiva dal 2011 in progetti di cittadinanza attiva e sostenibilità ambientale, che ha individuato 28 “rifugi climatici”. Questi includono principalmente parchi e alcune strade o piazze naturalmente ombreggiate. Torino, nota per i suoi numerosi parchi pubblici, ha compilato una lista di luoghi climatizzati, alcuni a pagamento, disponibili durante l’estate.
Altre città, come Venezia, non hanno prodotto un elenco ufficiale ma hanno fornito consigli su come proteggersi dal caldo. Il Comune di Roma è ancora in fase di elaborazione della propria mappa ufficiale dei rifugi climatici, anche se nel frattempo sono state adottate diverse misure per mitigare l’impatto delle alte temperature.
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