Accanto alla moda degli anni ’90, la moda degli anni ’60 emerge nuovamente come tendenza e fonte di ispirazione, mostrandoci ora le sue caratteristiche, abiti, acconciature e quali erano le sue tendenze.
Nel decennio degli anni ’60, i giovani iniziarono a esprimere liberamente le proprie opinioni. Questa liberazione ebbe origine soprattutto dalla musica, che risvegliò mentalità a lungo represse, portando a un cambiamento in tutte le tendenze di moda.
Esploriamo la moda degli anni ’60, cosa era popolare, quali idee ispirarono i nuovi designer e quali conseguenze ha avuto nel mondo della moda da quel decennio.
Stilismo degli anni ’60
Nel corso degli anni ’60, l’ideale non era esibire il corpo femminile o le sue forme, ma apparire snelle e quasi bambinesche, esaltando un lato più infantile come un gioco di seduzione, così emersero le famose «Lolitas».
A metà degli anni ’60, l’industria della moda subì un processo di innovazione e rivoluzione, grazie alla designer Mary Quant, che introdusse la moda della «mini», che non era altro che un piccolo pezzo di stoffa. Questo pezzo di stoffa scatenò l’ira e lo scandalo di genitori conservatori, che lo descrivevano come un abbigliamento immorale provocato da una musica satanica, ma in realtà era un tipo di gonna che la società praticamente «gridava a gran voce». De facto, Quant affermò riguardo la sua creazione: «Non sono stata io a inventarla, è stata la strada a inventarla».
Dopo la minigonna, nel 1965, André Courrèges introdusse una collezione di abiti che fu una vera rivoluzione per la moda dell’epoca; la sua collezione includeva capi dritti, minigonne, stivali bianchi e anche abiti spaziali, metallici e fluorescenti con una visione del futuro. Nel frattempo, Saint Laurent lanciò gli famosi abiti a tubino che sono ancora popolari tra le donne di oggi.
Inoltre, gli anni ’60 furono anche il decennio della liberazione giovanile, che caratterizzò questo periodo e che influenzò anche le arti, le manifestazioni di rottura e trasgressione che portarono al «Pop Art» di Andy Warhol.
Man mano che il decennio avanzava, la moda delineava due schemi ben distinti: da un lato avevamo la moda «little girl», dove innocenza e sensualità si mescolavano, e dall’altro la moda psichedelica, con forme geometriche e linee dritte che iniziavano a esporre apertamente il corpo. I vestiti e i design geometrici, si ispirarono alla crescente competizione per la conquista dello spazio, che si stava verificando tra l’URSS e gli USA.
Con le innovazioni spaziali, emersero nuovi tessuti, i tessuti cedettero il posto ai plastiche, che iniziarono ad essere utilizzati per creare ogni tipo di abiti e accessori, il plastica invase il mercato.
I pantaloni jeans, avevano già avuto grande importanza negli anni ’50, dove il loro uso denotava ribellione. Hollywood contribuì molto a diffondere questo messaggio popolarizzando questo capo in film di cowboy e in star come James Dean, che instaurarono tra i giovani l’abitudine di indossare jeans come espressione di sé. Con l’avanzare del decennio, questa espressione di ribellione si intensificò, dando luogo ai pantaloni a zampa che poi si imporrebbero nella moda degli anni ’70.
Di conseguenza, i pantaloni “a zampa d’elefante” emersero anche in questo decennio, nati come risposta di una società ribelle, desiderosa di rompere con la tradizione e le convenzioni.
I hippie riempirono di fiori e colori la società mondiale, grazie ai festival musicali, oltrepassarono i confini nordamericani e sbarcarono in Europa, dove il loro discorso critico e pacifico si manifestò non solo nella loro voce, ma anche nel loro modo di vestire. La moda hippie infatti, è quella che si ricorda sempre di questo periodo, sebbene le tendenze fossero molte e l’idea principale fosse quella di una costante innovazione e evoluzione.
Dopo i classici «pantaloni a zampa», arrivarono le camice indiane, i capelli lunghi, tutto come conseguenza dell’influenza hippie. In contrasto, i completi e gli abiti si mostravano con pantaloni aderenti.
L’introduzione della lycra spostò il fino ad allora indispensabile cotone. Le donne cercavano soprattutto la comodità, più che la bellezza, ottenendo così che la moda non avesse sesso, nacquero così i capi unisex.
Le donne si mostravano moderne e indipendenti, il capo che segnò un prima e un dopo per loro fu la minigonna. Completava questo nuovo look, delle calze stampate e degli stivali alti fino sopra il ginocchio idealmente di colore bianco.
Cap…
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Lorenzo è un giornalista appassionato di scoperte e di nuovi orizzonti. I suoi racconti di viaggi e moda sono scritti in modo semplice e diretto, rendendo le tendenze internazionali facilmente comprensibili. La sua scrittura dinamica e informativa guida i lettori nel mondo delle nuove avventure stilistiche.