Sabato 26, il Gruppo teatro Angrogna presenta al Teatro del Forte la vicenda di Jenny Cardon, la prima cittadina – al di fuori delle regine – ad avere una via a lei dedicata
Membro della resistenza caduto dopo la Liberazione, Jenny Cardon è la prima donna, escludendo le regine, a cui Torre Pellice ha intitolato una via. È il cuore della memoria della Resistenza che collega il paese di Val Pellice a Prarostino. A ottanta anni dalla sua scomparsa, il Gruppo Teatro Angrogna metterà in scena, domani, sabato 26 aprile, al Teatro del Forte di Torre Pellice (via al Forte 3), la toccante storia di Jenny Cardon, originaria di Torre Pellice ma con radici prarostinesi, sulla quale persistono diversi misteri.
Il dramma post-Liberazione
“Chi ha assassinato Jenny? Si è sempre creduto che la sua morte sia avvenuta in circostanze oscure, ma cosa significa realmente?”: queste le domande poste dal Gruppo che, anche dopo ottant’anni, cercano ancora una risposta definitiva.
Il corpo di Cardon fu uno di quelli trovati dopo un’imboscata partigiana a un convoglio tedesco in discesa da Bobbio Pellice, il 26 aprile 1945. “Milano era stata liberata il giorno precedente, ma la zona era ancora piena di soldati tedeschi in ritirata. Il loro scopo era arrendersi agli americani piuttosto che ai partigiani,” spiega Jean Louis Sappé del Gruppo.
Cardon, in qualità di staffetta, aveva il compito di avvisare i gruppi partigiani dell’alta valle di non ostacolare i soldati in ritirata: “Stava risalendo la Val Pellice quando un convoglio tedesco la catturò per usarla come scudo umano e passare attraverso Torre Pellice senza intoppi”. Tuttavia, il piano fallì e vicino a Rio Cross il convoglio fu attaccato dai partigiani. “Dalle ricostruzioni, i tedeschi cercarono solo di salvarsi e, tra i corpi lasciati a terra, vi era anche quello di Jenny, colpita alla schiena da un proiettile. Si suppone che sia stata vittima di ‘fuoco amico’, ma questa versione non è confermata ufficialmente,” rivela Sappé.
Le testimonianze dei nipoti
La narrazione dello spettacolo del Gruppo teatro Angrogna deriva da una meticolosa ricerca storica, alimentata dalle testimonianze dei nipoti di Cardon: Renzo, residente a Prarostino, Luigi, che vive a Valdieri (Cuneo), e Monique di Crocera di Barge.
Sabato alle 20:45 al Teatro del Forte, la vicenda della staffetta sarà rappresentata da Jean Louis e Maura Sappé, con la collaborazione di Erica e Marco Rovara: “In quella serata, vogliamo porre al pubblico la domanda ancora senza risposta: ‘Chi ha sparato il colpo che ha ucciso Jenny? E perché?’ – spiegano -. È un invito a meditare sull’atrocità della guerra, un contesto in cui la vita umana perde ogni valore”.
I Sappé avevano già anticipato parte del testo durante la festa dell’Auser dell’8 marzo, ma la prima rappresentazione si terrà a Torre Pellice: “Successivamente, il 3 maggio, lo porteremo anche nella sala polivalente di Prarostino”. Jenny, infatti, aveva origini prarostinesi: suo padre, trasferitosi a Torre Pellice, era parrucchiere in via Arnaud, mentre sua madre gestiva un piccolo locale nel retro. Jenny lavorava come caramellaia presso la fabbrica Morè.
La prima donna oltre alle regine
Nel contesto toponomastico di Torre Pellice, Jenny Cardon riveste un ruolo significativo: “A parte le regine, è la prima donna a cui il paese ha intitolato una via, situata peraltro in una zona centrale. ‘Jenny Cardon’ è anche il nome del parcheggio accessibile da quella strada,” spiega la sindaca di Torre Pellice Maurizia Allisio.
Quando il Gruppo teatro Angrogna ha presentato il nuovo testo teatrale all’amministrazione comunale, il sindaco non ha esitato: “Con il Circolo Artistico Fa+, che gestisce il Teatro del Forte, abbiamo subito riconosciuto che era lo spettacolo perfetto per concludere ‘Femmina Fluens’, una rassegna dedicata al mondo femminile”.
Nel frattempo, l’amministrazione si impegna a valorizzare la storia di Cardon: “Sull’insegna stradale, sotto il suo nome, ripristineremo la scritta che ne ricorda il contributo alla Resistenza e prevediamo di includere una fermata dedicata nei tour turistici e storici del paese”.
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