La mattina del 15 ottobre, con le prime luci dell’alba, il quartiere Zen di Palermo ha assistito all’arrivo massiccio di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Un evento che non ha sorpreso gli abitanti, abituati a simili scenari in risposta a gravi episodi di cronaca, come l’omicidio di Paolo Taormina. La missione? Cercare armi nascoste, ma alla fine del raid, le forze dell’ordine hanno dovuto accontentarsi di pochi ritrovamenti: due coltelli, due chili di polvere da sparo, un modesto quantitativo di hashish e tre motociclette rubate. Le armi da fuoco, obiettivo principale della ricerca, erano già sparite.
Una Tragedia che si Ripete
Il quartiere dell’Olivella, cuore pulsante di Palermo e tristemente noto come “champagneria” per la sua vita notturna vivace, è stato teatro dell’omicidio di Paolo Taormina tra l’11 e il 12 ottobre. La vittima è stata freddata da un colpo di pistola mentre tentava di sedare una rissa. L’autore del delitto, Gaetano Maranzano, un giovane di 28 anni residente allo Zen, ha confessato l’omicidio. Curiosamente, anche Salvatore Calvaruso, responsabile di un triplice omicidio avvenuto a Monreale, proviene dallo stesso quartiere.
Lo Zen: Un Quartiere Dimenticato
Lo Zen, acronimo di Zona Espansione Nord, rappresenta uno dei tanti quartieri periferici lasciati all’abbandono. Edificato negli anni Settanta, ospita prevalentemente abitanti in alloggi popolari. Sebbene ufficialmente vi risiedano 22mila persone, la realtà parla di almeno diecimila individui in più. Le politiche abitative hanno subito un duro colpo con il decreto “Renzi-Lupi” che ha escluso gli occupanti abusivi dalla possibilità di ottenere la residenza e i relativi servizi essenziali come l’elettricità e l’assistenza sanitaria.
Isolamento e Mancanza di Servizi
- Nessun parco giochi per bambini o spazi di aggregazione.
- Due spazi aperti tra i palazzi, entrambi pieni di rifiuti.
- Unica connessione con il centro città: la linea di autobus 619, con corse scarse e irregolari.
La Criminalità Organizzata come “Governo”
La mancanza di servizi e la marginalità hanno trasformato lo Zen in un feudo della criminalità organizzata, che sopperisce alle carenze dell’amministrazione offrendo servizi di base in cambio di controllo territoriale. Non è un segreto che molte delle armi che circolano a Palermo provengano da questo quartiere.
Le Reazioni della Comunità
Dopo l’omicidio di Taormina, le associazioni locali come Zen Insieme hanno criticato l’efficacia degli interventi di polizia che, secondo loro, non fanno altro che alimentare tensioni. Il primo blitz ha visto la resistenza di circa cento persone, che hanno ostacolato i controlli insultando e minacciando gli agenti. Tre individui sono stati arrestati, e altre 57 denunciate per occupazione abusiva.
Opinioni sul Campo
Le associazioni sostengono che la polizia, nonostante la frequenza degli interventi, raramente riesce a prevenire o risolvere i problemi di criminalità. È un circolo vizioso: ogni episodio di violenza prevede una reazione delle forze dell’ordine, ma i criminali, avvisati, fanno sparire le prove, come le armi, prima dell’arrivo della polizia.
Interventi nella Città
Non solo nello Zen, ma in tutta Palermo si è intensificata la vigilanza. Tre sono le “zone rosse” stabilite: via Maqueda, la Vucciria e l’area del teatro Massimo, dove l’accesso è vietato a chi presenta comportamenti aggressivi o ha precedentemente avuto problemi con la giustizia.
Episodi Recentissimi
Solamente l’altro ieri, nella stessa via dove è stato ucciso Taormina, si è verificato un altro incidente. Un gruppo di giovani ha tentato di eludere i controlli, risultando in uno scontro durante il quale un agente è stato ferito.
Questi eventi continuano a evidenziare la complessità e la gravità della situazione a Palermo, rivelando quanto sia cruciale una riflessione profonda e azioni mirate per ristabilire sicurezza e legalità.
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