L’arte giapponese del kintsugi, per riparare oggetti in ceramica. E non solo…

Photo by Motoki Tonn on Unsplash

Chi rompe paga, oppure mette insieme i cocci. E chissà mai che il risultato non possa rivelarsi ancora migliore. Così vuole la tradizione giapponese del kintsugi (o kintsukuroi), l’arte di rimettere insieme, con pazienza e precisione, i pezzi di ciò che è andato in frantumi. Il termine significa letteralmente “riparare con l’oro” e tipicamente questa tecnica viene utilizzata per riparare gli oggetti in ceramica, ricoprendo le parti lese o mancanti con uno smalto d’oro, che valorizza le crepe piuttosto che nasconderle. Il vuoto viene riempito e così ciò che era rotto diventa ancora più prezioso.

“La bellezza sta nell’imperfezione” è, infatti, il principio buddista dietro a quest’arte orientale. E il nuovo amore per la filosofia del recupero la sta rendendo molto popolare anche da noi. Alcuni stilisti, ad esempio, hanno adottato questa tecnica per alcune delle proprie creazioni, a partire da Viktor & Rolf: i modelli in passerella, mosaici di tessuti recuperati da abiti vintage e uniti da ricami dorati, non sono accessibili a tutti, ma l’idea è facilmente replicabile per chi ha manualità con ago e filo. Alla sua mostra al Moma nel 2015, invece, Yoko Ono ha utilizzato il kintsugi per riportare le sue ferite, dalla bomba su Hiroshima all’assassinio di John Lennon, su tazze attraversate da crepe d’oro. Come a dire: cercare di nascondere le proprie cicatrici è inutile da tutti i punti di vista, anzi sono proprio quelle a renderci speciali.

Molti sono i tutorial disponibili online per imparare la tecnica, efficace non solo per riparare gli oggetti, ma anche (un po’) la nostra anima. Insomma, il kintsugi non è tanto bricolage, quanto una capacità molto più profonda, quella di saper apprezzare le nostre imperfezioni e rotture. Per iniziare, il New Kintsugi Repair Kit di Humade, disponibile in oro e argento, include tutto il necessario: colla e polvere dorata, bacchette per mescolare i componenti e pennellino. La regola è una sola: vietato andarci piano. La pasta dorata va applicata generosamente, così non passerà inosservata.

Irene Dominioni

Cresciuta nella foresta di libri della sua casa milanese, Irene ha inseguito la passione per il giornalismo in Danimarca e in Olanda, grazie al master Erasmus Mundus Journalism, Media and Globalisation. Su Moda a Colazione scrive di cultura e viaggi.

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