Chi non ricorda Sapientino, il gioco per eccellenza di Clementoni, quel tabellone con gli spinotti per indovinare la risposta giusta e imparare, fin da piccoli, tante cose nuove? Sono passati 50 anni da quando Mario Clementoni, il papà di Sapientino, creò il gioco elettronico (la leggenda aziendale vuole che l’idea degli spinotti gli venne allacciandosi le scarpe) e da allora non c’è bambino che non abbia provato a giocarci. Ancora oggi Clementoni è una delle aziende più apprezzate nel panorama dei giochi educativi ed è sempre al passo con i tempi, tant’è che i suoi dispositivi non insegnano più soltanto la matematica e la geografia, ma persino il coding.
I primi giochi
Come altre storie di aziende famose, anche quella di Clementoni è nata in un garage. Erano gli anni ‘50 e Mario Clementoni faceva il commerciante di strumenti musicali tra l’Italia e l’estero. Durante un viaggio negli States, a una fiera del giocattolo, gli venne l’idea di lanciare anche nel nostro paese i giochi da tavolo, novità assoluta nel panorama nazionale. Detto, fatto: dalla rimessa dove i pochi artigiani producevano a mano ogni pezzo, l’azienda si spostò in un ex granaio a Recanati, segnando l’inizio di una grande avventura e della produzione su larga scala. Il primo gioco fu la Tombola della Canzone, una pianola con manovella e nastro forato che riproduceva le canzoni di Sanremo, seguito a breve distanza, nel 1967, dal primo Sapientino. A suon di “crescere è un gioco bellissimo” (motto aziendale), Clementoni diventò un punto di riferimento nel mercato dei giochi educativi per bambini in età prescolare. In breve tempo seguirono Sapient Robbie, un sussidiario enciclopedico elettronico, la collaborazione con la Disney e i primi puzzle, successi che consolidarono la produzione e la notorietà del marchio. I primi computer parlanti e giochi interattivi arrivarono negli anni Novanta, e da lì la tecnologia e le materie scientifiche sono diventate parte integrante dei giochi di casa Clementoni.
Il nuovo millennio
A partire dai primi anni Duemila Clementoni si è lanciata nello sviluppo di soluzioni sempre più all’avanguardia, volte a stimolare la curiosità dei bambini di tutte le età e ad aiutarli ad acquisire conoscenze utili per la loro crescita. In particolare, l’azienda è stata tra le prime ad avvicinarsi alle materie Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Emblematico è il caso di DOC, il Robottino Educativo Parlante, lanciato nel 2016, che aiuta i bambini nell’apprendimento di lettere, numeri, colori e forme, fornendo al contempo un’occasione per avvicinarsi al mondo della programmazione. Recentemente il robottino è stato anche protagonista del progetto “A scuola di coding”, sviluppato in collaborazione con il Miur e l’università La Sapienza di Roma, che ha coinvolto quasi tremila alunni tra i 5 e gli 8 anni in diverse scuole d’Italia, per misurare l’impatto dell’utilizzo della robotica educativa durante le lezioni. Risultato? Il 76% degli alunni ha raggiunto migliori risultati dopo l’interazione con Doc, con grande soddisfazione degli insegnanti: un risultato che va a rafforzare il protocollo d’intesa che Clementoni ha siglato con il ministero “Per la promozione dello sviluppo delle competenze digitali e della diffusione della didattica digitale”.
Giocattoli per tutte le età
A cinquant’anni dalla sua fondazione, Clementoni offre una delle più ampie gamme di giocattoli per bambini di tutte le età, dalla linea Baby per i più piccoli (0-36 mesi), pensata per stimolare la percezione sensoriale, la vista, l’udito e la curiosità, fino alla gamma dedicata all’universo Disney, insieme all’intramontabile Sapientino. Si aggiungono il Clempad e il Clemphone, rispettivamente un tablet e uno smartphone a misura di bambino, creati per giocare a fare i grandi, utilizzando app e navigando su internet, ma con tutta la sicurezza che i genitori ricercano. Mentre la linea Scienza & Gioco è volta ad avvicinare i piccoli al mondo delle materie scientifiche, dalla piccola serra per conoscere le piante al classico laboratorio chimico, fino all’incredibile RoboMaker, che con i suoi innumerevoli componenti consente di dare vita a tanti diversi automi, programmabili manualmente o attraverso l’app.
ph ufficio stampa