“Siate orgogliosi del cognome che portate, reso famoso dal nonno, uomo libero da condizionamenti, ricco di intuizioni, volontà e desiderio di realizzare se stesso per distinguersi… Per voi un’eredità morale impegnativa, alleggerita però dalla consapevolezza di appartenere a una storia che continua a incantare il mondo e che, come una buona iniezione di benzina, vi permetterà di percorrere una lunga strada”. Tonino Lamborghini apre il libro Ferruccio Lamborghini. La storia ufficiale (Minerva Edizioni) rivolgendosi ai cinque figli, cui affida l’eredità del mito fondato dal padre, nato cent’anni fa a Renazzo di Cento, in provincia di Ferrara, da una famiglia di coltivatori di canapa.
“Mio padre non sembrava avvertire il legame con quell’antica cultura agraria, tant’è che si rifugiava in un’ala della stalla, dove recuperava gli oggetti più diversi per riparare ferri da stiro e trappole per topi”. Un genio innato, insomma, che riesce a sfuggire all’eredità agraria facendosi assumere dal cavalier Righi, titolare dell’officina più importante di Bologna. “Ero finalmente nel mio regno”, confidò in seguito al figlio Tonino. Conclusa l’esperienza bolognese, a 18 anni Ferruccio apre la sua prima bottega a Renazzo con l’amico di sempre, Marino Filippini, dove inizia a rimettere a nuovo qualche vecchia auto e motocicletta. “Ho sempre chiesto a mio padre dove si fosse procurato il denaro per acquistare quei mezzi; lui rispondeva che chi non fa debiti non è invogliato a guadagnare per pagarli”.
Il clima spensierato viene bruscamente interrotto dallo scoppio della guerra: Ferruccio viene mandato a Rodi, ma ha la “fortuna” di lavorare come meccanico con gli strumenti più sofisticati dell’industria meccanica italiana e straniera. Al ritorno c’è l’uomo profondamente segnato dal conflitto, ma anche un ragazzo che ha acquisito un’esperienza eccezionale. Nel 1946 sposa la sua Clelia e apre un’altra officina a Cento. Qui costruisce il primo trattore, battezzato Carioca, che spiazza la concorrenza (Ford, Fiat), e la “barchetta” sport su base Fiat Topolino da 650cc, con cui partecipa alle Miglie Miglia del ’48. Questa macchina dimostrava la notevole abilità meccanica di Lamborghini e il successo è alle porte: grazie a un prestito accordato dalla Cassa di Risparmio di Cento, Ferruccio acquista motori, assume operai, apre un nuovo stabilimento (1951) e con il guadagno inizia a collezionare automobili sportive, tra cui le Ferrari, più che altro per trovarci i “difetti”.
Da quei test nasce la gran turismo 350 GT, superiore a tutte le concorrenti a livello tecnico, e la Miura disegnata da Bertone (1965), lanciata come la più veloce vettura di serie esistente, con quello sguardo da principessa che conquistò lo Scià di Persia, Aristotele Onassis, re Hussein di Giordania, Frank Sinatra, Paul McCartney ed Elton John, per citarne alcuni. Il resto è storia, la storia di esemplari eleganti, raffinati e temibili, come la più sobria Urraco, la spericolata Countach, prodotta in 1999 pezzi, e la Diablo (1990). Le ultime sfide si chiamano Murciélago e Gallardo.
Per festeggiare i 100 anni dalla nascita del padre e i successi del marchio in diversi settori, dai trattori alle auto sportive, dalla meccanica all’oleodinamica, fino ai sistemi di riscaldamento e raffreddamento, Tonino Lamborghini ha ideato un tour a tappe lungo la Motor Valley emiliana. Si va da Ferrara a Bologna, tassativamente in auto, spingendosi fino al famoso Passo della Futa, dove negli anni ’50 sono state testate molte auto del marchio. Soste obbligate alla Carrozzeria Imperiale di Mirandola (Mo), l’autocarrozzeria ufficiale Lamborghini dove vengono verniciate tutte le auto del marchio, alla Collezione Righini di auto d’epoca di Anzola dell’Emilia (Bo), con sede in un antico castello emiliano, e al Museo Ferruccio Lamborghini di Funo di Argelato (Bo), un luogo suggestivo, vivo e dinamico. Il museo ripercorre la vita e la creatività del fondatore e ospita tutti i prodotti delle industrie Lamborghini, dai trattori alle auto: la Miura SV, appartenuta a Ferruccio in persona, e l’avveniristica Countach; le Urraco e la Espada con apertura ad ali di gabbiano che ha ispirato l’auto del film Ritorno al futuro; infine, molti prototipi e l’elicottero e l’imbarcazione con motore Lamborghini.
Foto Lamborghini e tratte dal libro Ferruccio Lamborghini. La storia ufficiale di Tonino Lamborghini, Edito da Minerva Edizioni, Aprile 2015
Articolo di Margherita Tizzi uscito su Stile Mese de Il Giornale