Capelli rossi e mossi, naso affilato e uno sguardo determinato che riflette la sua indipendenza. Sylvia Goller sembra emergere come l’ultima di una lunga serie di streghe che hanno segnato la storia di Fiè allo Sciliar e del castello di Presule/Prösuls, visibile da ogni balcone e finestra dell’antico podere che lei e suo marito Meinhard hanno trasformato con eleganza, abilità artigianale e discrezione nei Presulis Hydeway Apartments&Restaurant.
Sylvia non ha nulla a che fare con le trenta o più donne che, nel 1506 e nel 1510, furono processate, torturate e bruciate vive dal tribunale inquisitorio nelle fredde sale del castello, all’epoca amministrato da Leonhard von Voels, amico dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo e dei potenti vescovi di Bressanone. Non ci sono storie di malignità, diavoli, previsioni di cataclismi o incantesimi: solo pretesti usati dai potenti per giustificare l’oppressione di donne vivaci o ribelli, viste come minacce alla società quando, in realtà, rappresentavano solo desideri di libertà o autonomia inaccettabili per chi desiderava mantenerle sottomesse. Sylvia non è un’eretica, ma sicuramente una maga del vino, la sua grande passione, tanto da dedicare il resort a questo nobile prodotto, divenendo un’esperta degustatrice, selezionatrice e critica orientata al mondo enologico. Si attiene semplicemente alle tradizioni storiche e alla vocazione ancestrale del territorio.
Infatti, nel suggestivo altopiano tra Fiè e Castelrotto, sotto l’ombra imponente dello Sciliar, ancora oggi si possono vedere figure che sembrano uscire da un quadro naïf, volando su scope dai balconi e dalle terrazze. Queste figure sono donne anziane, simpatiche e pittoresche, con menti sporgenti e vestiti rattoppati, che ricordano le streghe di un tempo. Il territorio circostante, come tutto l’Alto Adige, è stato coltivato a vigneto per secoli, non solo destinato alla pastorizia, modificando il paesaggio con abilità e cura.
La cantina di Presulis, ricca di vini selezionati dell’Alto Adige e con la presenza di cinque piccoli produttori locali, è resa spettacolare anche dalle creazioni artistiche di Reinhard, il marito di Sylvia e artista/falegname di successo. Le sue opere, che richiamano lo stile rinascimentale e barocco tipico dell’arte scultorea del nord Italia, si integrano perfettamente nell’ambiente. Tutto a Prösuls, o Presule come si preferisce, sembra trovare il suo posto, anche gli studi più recenti sulla stregoneria che trovano riscontro nei lavori di Carlo Ginzburg e nel romanzo di Katia Tenti “E ti chiameranno strega”, dove si esplorano temi della condizione femminile di ieri e oggi.
Esplorando il micro-borgo di Fiè, con la sua chiesa trecentesca di San Nicola e la Torre delle Polveri, o percorrendo i sentieri dell’altopiano, si scopre un paesaggio che ha ospitato anche la troupe di Roman Polanski nel 1967 per il film “Per favore …non mordermi sul collo”. L’Alto Adige offre una rete di trasporti pubblici efficiente che permette di esplorare la zona senza auto, guidati forse da Helmut, il figlio di Sepp e padre di Sylvia, un vero conoscitore delle storie e delle tradizioni locali.
Il panorama è sempre mozzafiato, con l’altopiano del Renon a est e le imponenti rocce del Catinaccio e dello Sciliar a ovest, che offrono una vista di rara bellezza e tranquillità. I masi sparsi lungo i pendii, economicamente autosufficienti, sono testimoni di una vita pacata, come le persone che li abitano. I più antichi sono facilmente riconoscibili dai loro portali in pietra lavorata. Come il Fronthof ad Aica di Fiè, circondato da vigneti e gestito da giovani discendenti di una famiglia storica, dove si possono gustare piatti tradizionali e vini locali, lontani dai tempi in cui ai contadini veniva servito solo vino scadente.
In conclusione, Fiè e il suo castello di Presuls offrono un’immersione in una storia ricca e complessa, dove la leggenda delle streghe si intreccia con la vita quotidiana e la cultura del vino, in un contesto di natura incontaminata e tradizioni preservate. Un luogo dove il passato incontra il presente in un dialogo continuo e affascinante.
INFO
– altoadigemobilita.info
– seiseralm.it
– fie.it
– schloss-proesels.it
ARRIVARE
Da Torino e Milano in treno a Verona e poi cambio sui regionali veloci, o le frecce, diretti al Brennero fino alla stazione di Bolzano da dove un bus sale a Presule/Prösuls in circa mezz’ora. In tutto sono rispettivamente 4 o 3 ore e mezza di viaggio.
DORMIRE E MANGIARE
Allo Slow Hideaway Presulis, un antico podere rinnovato e gestito da Sylvia e Meinhard Goller. Sylvia, la “strega dei vini”, ha organizzato un ristorante luminoso attorno a una cantina esclusiva, dove lo chef Matus Cais prepara piatti raffinati che deliziano occhi e palato. Gli appartamenti, arredati con gusto e materiali tradizionali come il legno di cirmolo, sono completati da servizi come sauna, bagno turco e una piscina riscaldata a 37°.
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