La storia dell’anello di fidanzamento

L’anello di fidanzamento non è un semplice gioiello, bensì il dono che la futura sposa riceve come simbolo di amore e unione eterne (si spera!). Nell’antichità era semplicemente una mela a fungere da pegno fra l’aspirante marito e la prescelta. A volte, però, al dito dell’amata, l’uomo decideva di apporre anche una corda fatta di pezzi di erba per impedirle di scappare. Raggiunta la certezza di averla conquistata, la corda veniva slegata e sostituita con una più sottile e piccola.

Sono state le donne romane a indossare, per prime, l’anello di fidanzamento sull’anulare della mano sinistra, perché pensavano che da lì partisse una vena diretta al cuore, la vena amoris. Spesso ricevevano un anello di ferro con delle chiavi, diventando custodi della porta del cuore del loro amato. Nel Medioevo, invece, si usava donare una fedina simile a quelle di oggi, altrimenti, se si era ricchi, un anello con un rubino (passione) e un diamante (impegno affettivo).

La tradizione di regalare un anello di fidanzamento di diamanti risale al 1477 quando l’arciduca Massimiliano d’Austria donò a Maria di Borgogna un gioiello d’oro sovrastato da un brillante. Il diamante, dal greco adamai, ossia forza indomabile, è trasparente come l’amore puro, luminoso e indistruttibile. La sua forma circolare, senza inizio e senza fine, indica l’eternità, la perfezione, la completezza. È in India che 6000 anni fa, lungo i fiumi Krishna e Godavari, vennero estratti i primi esemplari. Per diversi secoli solo i re indossavano i diamanti come simbolo di forza e coraggio; gli antichi greci e i romani pensavano fossero frammenti di stelle cadute o lacrime degli dei.

Ma arriviamo al 1700, quando giacimenti preziosi rinvenuti in Brasile e in Sud Africa attirarono l’attenzione della famiglia inglese De Beers, la stessa che nel 1974, con la collaborazione di Frances Gerety, ha diffuso lo slogan un diamante è per sempre, arrivando dritti al cuore di ogni donna e… alle tasche degli uomini. Si dice, infatti, che la spesa per l’anello di fidanzamento dovrebbe ammontare ai 2/3 della mensilità dello stipendio del futuro sposo. Se intende risparmiare, che opti per un anello di famiglia.

Quale scegliere

Oggi il 70% degli anelli di fidanzamento è composto da solitari, “dotati” di diamante o gemma preziosa (rubino-passione, zaffiro-fedeltà, smeraldo-speranza, acquamarina- matrimonio lungo e felice). L’opzione più lussuosa è il trilogy, ovvero tre diamanti incastonati uno dietro l’altro, per simboleggiare l’amore passato, presente e futuro. Un altro grande classico è la veretta o fedina, detta anche riviera, che può essere a più diamanti, mezza veretta o veretta a giro completo.

Come scegliere il diamante o la pietra giusta? Cari uomini, seguite la regola delle quattro C: Clarity, Colour, Carat, Cut. Gli anelli da tenere in considerazione? Il Setting di Tiffany & Co. creato 130 anni fa, il Solitaire 1895 di Cartier, il Griffe di Bulgari, il Classic Trio Ring o il Classic Pavè di De Beers, il Forever di Chopard, il Tète-à-Tête di Van Cleef & Arpels.

Per le future spose

Dopo il matrimonio, ricordate che l’anello di fidanzamento va indossato sempre accanto alla fede nunziale.

di Caterina Gildoni

Caterina Gildoni

Caterina si è laureata in Giurisprudenza a Perugia; ha una passione per la moda; adora scrivere fin dai tempi del liceo. Ma Caterina è anche wedding planner ed è stata un’attenta e severa mistery client. D’altronde nella vita non si finisce mai di imparare! 

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