Perdere il lavoro e sapersi reinventare. La storia di Laura e Luigi è un’esempio di quella fermezza e tenacia da sempre riconosciuta negli emiliano-romagnoli. “Alla fine del 2014 mio marito, tecnico industriale in una multinazionale, è entrato in mobilità – racconta la signora Laura -. Così, per distrarlo e aiutarlo a superare il momento, gli ho proposto di sviluppare un progetto: creare a mano strumenti di scrittura con materiali naturali a km zero dell’Appennino emiliano, dove viviamo. L’idea mi è venuta guardando i prodotti presenti nella legatoria dove lavoro; inoltre, mio marito ha una grande manualità ed esperienza nella lavorazione del legno. Tiene, infatti, dei corsi di costruzione di archi in legno all’Ecoistituto delle tecnologie sostenibili di Cesena”.
Dopo aver studiato la storia e l’evoluzione di matite e stilografiche, è nato Nero Calamis. In particolare Aida, Figaro e Carmen, le matite portamina in legno tornito s’ispirano alla geniale intuizione del naturalista svizzero Conrad Gessner, il primo a creare un guscio per la grafite (metà del XVI secolo). Come accennato, i legni usati per il guscio provengono da potatura naturale, in seguito alla morte dell’albero. “Usare essenze del territorio è una scelta consapevole – continua Laura -. Ogni ramo e tronco riservano bellissime sorprese in termini di colore, sfumature e venature. E sono resistenti: basti pensare che venivano usati per produrre tasti per pianoforte e violini”.
Dopo la selezione e la stagionatura, il legno è tornito, finito (4 mani di lacca) e incollato, se necessario, da Luigi, per dar vita a stilografiche e matite a spina conica, una forma che tiene ferma la mina all’interno del guscio. Ed ecco le creazioni Nero Calamis. Nella confezione della matita, Laura e Luigi aggiungono anche un grattino, un bastoncino di legno con carta abrasiva. “Il temperino di quando eravamo bambini”. Come ordinare uno di questi pezzi unici? Via mail, all’indirizzo nerocalamis@gmail.com, tenendo conto che la lavorazione può richiedere giorni. In futuro? Forse la penna a sfera.
articolo scritto per il quotidiano Il Giornale