“… Carissimo Pinocchio, amico dei giorni più lieti di tutti i miei segreti che confidavo in te… ”. Nel 1959 Johnny Dorelli cantava Lettera a Pinocchio, una delle canzoni più intonate dai nonni italiani. Pinocchio, infatti, non è solo un burattino, ma uno sfortunato ragazzino in cui tanti bambini si rivedono. Così, 60 anni fa, al suo inventore Carlo Collodi venne dedicato un parco in provincia di Pistoia.
Fino al 31 ottobre, per festeggiare il compleanno del parco, si può acquistare online un biglietto ridotto a 15 euro per gli adulti e a 12 euro per i bambini. Potrete, così, trascorrere una giornata che stimolerà la vostra immaginazione, accanto a Il Gatto e la Volpe, al burattinaio Mangiafuoco, al grande pescecane che cercò di inghiottire Pinocchio, a Geppetto, all’amico Tonno, che aiutò il burattino a mettersi in salvo e a raggiungere la Fata dai capelli turchini, e al Grillo Parlante, la voce della coscienza. Ad attendervi due percorsi avventura, gli spettacoli dei burattini e i laboratori del Museo di Pinocchio, che ospita tutto l’anno mostre di arte e collezionismo. Inoltre, con il biglietto d’ingresso si può entrare nel Giardino Garzoni e nella Collodi Butterfly House, dove migliaia di farfalle si posano sui prati dei giardini progettati nel 1700 dall’architetto Diodati Ottaviano.
Chi era Collodi
L’autore di Pinocchio, Carlo Lorenzini, nacque a Firenze nel 1826. Il suo nome d’arte, Collodi, ricorda la frazione di Pescia, comune in provincia di Pistoia, dove era nata la madre. Giornalista e scrittore, tradusse in italiano numerose fiabe francesi e pubblicò il primo episodio del libro che lo ha reso celebre nel 1881, nel periodico Giornale per i bambini.
Il cartone Disney
Walt Disney, visto il successo del libro di Collodi, scelse Pinocchio come soggetto del film d’animazione del 1940. La Seconda Guerra Mondiale ne ostacolò la diffusione tra il pubblico, ma non la corsa ai due premi Oscar per la colonna sonora e per la canzone When You Wish Upon a Star, un inno alla speranza e a credere nei sogni anche quando sembrano non avversarsi. La Disney impiegò 2 milioni di disegni, 18 mesi di lavoro e 12 artisti per realizzare il cartoon, per una cifra da capogiro di mille dollari al secondo.
Il nipote di Collodi, però, non vide di buon occhio le modifiche alla storia originale che l’azienda americana introdusse, tanto che la citò in giudizio “per aver reso simile a Topolino il burattino dello zio e a una star di Hollywood la fata turchina, per aver trasformato la cittadina toscana in un villaggio globale e Geppetto da rustico falegname a un babbo efficiente”.
di Caterina Gildoni