Se siete a Milano per il weekend, in occasione di Expo, non potete perdervi… Le 3400 statue di santi, martiri e personaggi biblici di cui 2300 all’esterno, gli oltre 3600 personaggi delle 55 vetrate istoriate, i 96 animali fantastici dei doccioni, i 200 bassorilievi, le 15800 canne dell’organo (secondo d’Europa dopo quello del Duomo di Passau) e le 135 guglie del Duomo, di cui la maggiore raggiunge i 108,5 metri grazie alla Madonnina (4,16 m).
Dedicata proprio a Maria Nascente, lunga 158,5 metri, larga 66 ai fianchi e 93 al transetto, con le sue 325mila tonnellate di peso e i suoi 11,700 metri quadrati è la terza chiesa per superficie interna della cattolicità dopo San Pietro a Roma e la Cattedrale di Siviglia. La prima pietra fu posata nel 1386 per volere dell’arcivescovo Antonio da Saluzzo e di Gian Galeazzo Visconti, che ambiva a costruire una cattedrale degna della capitale del suo regno. Per questo il duca ordinò di ispirarsi al gotico transalpino utilizzando il marmo di Candoglia proveniente dalle sue cave in Val d’Ossola, marmo che arrivava ai piedi del cantiere internazionale della Veneranda Fabbrica del Duomo attraverso la strada d’acqua Toce-Lago Maggiore-Ticino-Navigli.
Gli oltre 500 anni di lavori hanno portato a una struttura in cui si mescola lo stile gotico, rinascimentale, barocco e neogotico; un complesso a cinque navate con un transetto a tre navate, un profondo presbiterio cinto da deambulatorio e fiancheggiato dalle sagrestie. La navata centrale è di larghezza doppia delle laterali e la tenue differenza di altezza lascia spazio, sopra gli archi, a finestre archiacute di dimensioni ridotte senza triforio. Ecco il perché della penombra entro la quale si stagliano i 52 pilastri polistili coronati – lungo la navata centrale, il transetto e l’abside – da monumentali capitelli a nicchie sormontati da cuspidi. Dopo aver visitato la cripta e la zona archeologica sotto il sagrato, si sale nelle “piazze del cielo”, raggiungibili con l’ascensore o a piedi attraverso 158 gradini. Fatica ripagata dalla magnifica vista sulla città, sulle Alpi e sulle guglie, le prime ad avere subito, nei secoli, i danni delle intemperie e dell’inquinamento. Le sculture più antiche, oggi conservate nel Museo del Duomo, sono state sostituite da copie o, a volte, da qualche novità come le statue di Giovanna d’Arco e di don Gnocchi (2013).
Il cantiere, dunque, non è ancora terminato e la Veneranda Fabbrica del Duomo, che da 628 anni accudisce questa meraviglia, non finirà mai di occuparsi della manutenzione e sostituzione degli elementi danneggiati perché, ad esempio, la durata di una statua all’esterno è di circa 50 anni. Un impegno continuo che coinvolge le cave di Candoglia, gli artisti e soprattutto i cittadini grazie alla campagna “Adotta una guglia” (adottaunaguglia.duomomilano.it). La Fabbrica infatti dipende dal ministero dell’Intero ma lo Stato contribuisce solo con 5 milioni di euro ogni anno a fronte dei 25 che ne servono per mantenere il Duomo (110mila le ore di restauro all’anno). Milanesi, italiani e turisti sono dunque chiamati a versare anche pochi spiccioli per sentirsi parte di un’impresa infinita.
I dintorni
La magnificenza del Duomo si coglie al meglio dalla piazzetta di Palazzo Reale, opera di Giuseppe Piermarini (1772-78), sede del Museo del Duomo e di importanti mostre temporanee. In asse con il portale mediano della chiesa cattedrale, invece, è la statua equestre di Vittorio Emanuele II (1896) cui è pure dedicata la Galleria che ha appena riacquistato la magnificenza di 150 anni fa grazie a un complesso restauro. Un recupero permesso dal sostegno del Comune, di Prada, Versace, Feltrinelli e dell’esclusivo Seven Stars Hotel, che ha rimesso in sesto l’arco che dà accesso al museo di Leonardo e ha ripristinato la passeggiata sui tetti (250m), cui si accede dalle 7 alle 23 tramite due ascensori. Da lì potrete godere della poesia di questo monumento realizzato tra il 1865 e il 1867 – se si escludono le facciate neoclassiche – da Giuseppe Mengoni, ispirato dal Crystal Palace di Londra del 1851 e dalla biblioteca parigina di Sainte Genevieve. Al termine dell’asse principale della Galleria si apre piazza della Scala con il monumento a Leonardo da Vinci, dove si affacciano Palazzo Marino e il Teatro alla Scala, realizzato da Piermarini (1776-78). Per Expo il museo e il Teatro sono aperti tutti i giorni a visite guidate e a un prestigioso cartellone operistico. Dietro Palazzo Marino, piazza San Fedele con il monumento ad Alessandro Manzoni immette da una parte in via Santa Radegonda, dove nel 1865 Luigi e Ferdinando Bocconi aprirono il primo negozio italiano di abiti preconfezionati, ribattezzato La Rinascente da D’Annunzio; dall’altra in via Agnello, alla fine della quale ci si ritrova alle spalle del Duomo, all’imbocco con corso Vittorio Emanuele. Nella via dello shopping, all’altezza del civico 13, insiste un’antica statua legata al Pasquino di Roma; un altorilievo che raffigura un signore in toga del III secolo ai cui piedi si legge: “Deve essere privo di ogni colpa chi è pronto a parlare contro un altro”. Nell’Ottocento i milanesi lo chiamavano Scior Carera e vi affliggevano sberleffi. Il 1 gennaio del 1848 sul busto comparve il manifesto per lo sciopero dei sigari che avrebbe dato avvio alle Cinque Giornate di Milano.
Le chiese
Tutti i milanesi conoscono il campanile della cappella ducale; ben pochi ricordano l’interno della chiesa trecentesca di san Gottardo in Corte (foto Massimo Zingardi) in via Palazzo Reale, restituita al popolo dopo un lungo restauro. Qui è conservato il mausoleo di Azzone Visconti e l’affresco con la Crocefissione di scuola giottesca. E’ invece quasi nascosta dai negozi di via Torino Santa Maria presso San Satiro, eretta da Donato Bramante per conservare la Madonna in trono col Bambino che oggi si trova sopra l’altare maggiore, davanti a quello che sembra un profondo presbiterio… Vi sorprenderà. In via Conservatorio Santa Maria della Passione, la chiesa più grande di Milano dopo il Duomo, ospita l’Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, che cita il Cristo del Cenacolo di Leonardo. Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, in corso Italia, ha il merito di mantenere tutto il suo storico patrimonio artistico, da un sarcofago paleocristiano agli affreschi del Seicento, passando per il pavimento in marmi intarsiati realizzato con gli stessi materiali di quello del Duomo.
Dove fare una sosta
Prima di tutto a Il Mercato del Duomo, un progetto di Autogrill, dove comprare e degustare prodotti d’eccellenza del territorio lombardo e italiano o dove fermarsi a mangiare dal pluristellato Michelin Niko Romito. Altri chef stellati si alternano da Priceless sul tetto di Palazzo Beltrami con vista strepitosa su piazza della Scala. Si possono gustare piatti raffinati vista guglie del Duomo anche da Giacomo all’Arengario, ristorante all’ultimo piano del Museo del Novecento. Da non perdere in via S. Radegonda i noti panzerotti di Giuseppina Luini, che rilevò il forno nel 1949, e gli astici di Corallo, il primo lobster bar italiano a La Rinascente. In largo Corsia dei Servi si trova la pizzeria di Gino Sorbillo, Lievito Madre. In via Orefici e via Spadari da provare la cucina che Francesco Peck aprì nel 1883, spopolando con i suoi salumi e carni affumicate. Si entra per un panettone o un caffè da Marchesi 1824, pasticceria con arredi primi ‘900 in via S.Maria alla Porta 11a. Prima di lasciare Milano acquistate le Gomme del Ponte (le Brooklyn): nel 1946 a Lainate il Dolcificio Lombardo poi Perfetti produsse su base industriale il chewing-gum a lastrica ideato da Daniele Oppi.
Articolo pubblicato su Style Il Giornale