Caltagirone. Davide, Livio e Matthias, due siciliani e un austriaco (ma siciliano per amore). E Crita. Ovvero, il riassunto di una vita e la prima pagina di un nuovo romanzo: sull’argilla che prende vita grazie a una danza tra tornio, terra e mani; sul dare nuova forma alla tradizione; sul forgiare teste di moro contemporanee, dando risalto alla forma, ai colori e all’essenza del manufatto. Che dà linearità all’irrequietezza del barocco isolano.
“Come tradizione impone, le teste di Crita ritraggono uno splendido moro, fiero, elegante e misterioso. Non un moro qualunque, ma uno dei più grandi sultani d’Oriente: Solimano il Magnifico (XVI secolo) – raccontano i designer -. Il nostro Solimano è un vaso scultura definito da un voluminoso turbante, da un naso prominente, da un baffo audace e da tanto colore, quello potente della Sicilia: il blu del mare, il rosso della lava, i gialli della terra. Il processo creativo, che va dalla modellazione alla cottura, fa sì che ogni pezzo non sia mai identico, rendendolo di fatto unico. Come ogni opera d’arte”.
E queste opere d’arte hanno tre nomi: A naso, Coi baffi, Al bacio. Sono i sensi che guidano, i sensi che ci rendono partecipi, i sensi che contribuiscono alla felicità e alla bellezza.
photo © Crita Ceramiche