Rinascente Milano compie 150 anni, le foto e i racconti d’epoca

Per celebrare il suo 150esimo anniversario, la Rinascente Milano racconta ai cittadini i suoi primi 50 anni con una mostra con documenti e foto d’archivio nel Techno Souq di via Santa Radegonda, fino al 1 dicembre. Lo sapevate, ad esempio, che i fratelli Bocconi furono tra i primi a utilizzare la luce elettrica per illuminare le vetrine? E che furono i primi a introdurre gli abiti preconfezionati e il prezzo fisso? E che, agli albori della pubblicità, sperimentavano ascensioni in mongolfiera per lanciare volantini?

La storia

Fu nel lontano 1865 che i fratelli Luigi e Ferdinando Bocconi aprirono la prima bottega di stoffe e confezioni all’angolo di via Santa Radegonda, allora i Magazzini Bocconi, a Milano. Divenuto questo spazio troppo piccolo, nel 1870 inaugurarono il Magazzino Livornese accanto ai bastioni di Porta Nuova, introducendo, oltre agli abiti maschili, anche biancheria, cappelli, calzature, tendaggi e mobilio. Nel 1877 affittarono l’Hôtel Confortable con l’insegna Aux villes d’Italie, poi rinominato Alle città d’Italia, e infine nel 1889 costruirono la nuova sede in piazza del Duomo, progettata da Giovanni Giachi. Dopo la morte di Ferdinando Bocconi i Magazzini vennero ceduti, nel 1917, alla società per azioni La Rinascente, così battezzata da Gabriele D’Annunzio. Un grosso incendio distrusse il palazzo nel 1918, ma venne subito ricostruito ancora più moderno.

I racconti

La Rinascente, come icona del commercio e della moda, ha contribuito a rendere Milano quella che è oggi. Lo dimostrano le penne di sette autori che, attraverso racconti a puntate che potete leggere sul sito de La Rinascente, descrivevano la Milano della finanza, del commercio, della moda, dell’editoria, della comunicazione e del design di quei tempi.

Pubblichiamo per voi uno stralcio del primo racconto della serie Un Corriere dentro Milano di Giangiacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera. Protagonista la città del secondo Ottocento vista dagli occhi di un giovane cronista.

La Bottiglieria del Leone, per l’aperitivo. La Pasticceria delle Tre Marie, per il caffè del pomeriggio. Poi la Galleria, dove scivolava la bohème scapigliata che aggirava il Savini e il risotto al salto per specchiarsi nelle vetrine, incespicando nelle ragazze che offrivano ai loro diciott’anni un sogno d’amore: saranno poi, nella canzone popolare, “le gagarelle del Biffi Scala”. Allora nei Magazzini Bocconi si entrava da quello che i milanesi chiamavano, abbreviandolo, il Corso, o dall’angolo di Santa Radegonda e capitava di fermarsi per studiare le mises, le bombette, i bastoni dal pomo d’avorio, il profumo di sandalo e quello di violetta, eccentriche eccezioni al via vai borghese e popolare. C’era molto da scrivere e annotava tutto sul taccuino il cronista mandato dal “Corriere” per respirare l’aria di Milano, di quella Milano che odorava di fieno […] Fioriva di tutto a Milano tra l’Ottocento e il Novecento, con la fine della rendita e dei rentiers il progresso chiedeva investimenti e la ricchezza doveva essere prodotta: così nascevano Edison e Pirelli, Falck e Breda, le grandi banche e i magazzini del commercio. C’erano il Politecnico, le associazioni culturali sullo sfondo della letteratura graffiante di Tarchetti, Boito e Arrighi, ribelli al tradizionalismo e alternativi al cattolicesimo inquieto del conte Manzoni. Un’epoca che si porta dietro Crispi e Giolitti, le campagne disastrose in Etiopia e i cannoni criminali di Bava Beccaris. […] Milano c’era tutta, dalle sciccherie alle nefandezze, dai magazzini del commercio che diventeranno il marchio la Rinascente alle povertà calpestate dalla rivoluzione industriale. Scriveva e intanto pensava: presagi della futura grandezza economica, avvisaglie del trasformismo politico, la borghesia, il socialismo, terribili solitudini, darwinismo sociale, euforia e slanci avventurosi, la moda, l’arte, i caffè.

di Irene Dominioni

Irene Dominioni

Cresciuta nella foresta di libri della sua casa milanese, Irene ha inseguito la passione per il giornalismo in Danimarca e in Olanda, grazie al master Erasmus Mundus Journalism, Media and Globalisation. Su Moda a Colazione scrive di cultura e viaggi.

No Comments Yet

Comments are closed