C’era una volta, nel lontano 1989, una nota casa automobilistica che si chiamava Renault. Un giorno chiese a Yves Dubreil di immaginare una piccola compatta, ultra-pratica, confortevole e a un prezzo ragionevole, per far compagnia alla sorella maggiore Clio. Dubreil pensò a Twingo, fusione di Twist, Swing e Tango, un veicolo che trasmetteva ottimismo e gioia di vivere. In una sola versione con un’unica motorizzazione (1.2 l 55 cv) e un unico livello di allestimenti per gli interni, Twingo era distinta dai quei simpatici alzacristalli, dai suoi comandi in plancia colore verde mela, dal comando delle luci di emergenza che ricordava il naso di un clown, dai suoi occhi a ranocchia, dai sedili che si trasformavano in un vero e proprio letto a due piazze, dal bagagliaio inesauribile come la borsa di Mary Poppins.
Quando fu presentata a mamma Renault, alla “sorella maggiore” e ai tantissimi amici, Twingo si tinse di blu oltremare, rosso corallo, verde coriandolo e giallo india. “Twingo, à vous d’inventer la vie qui va avec” fu il claim che l’accompagnò per le vie della Francia. Twingo uno status symbol. Si comprava per sé e non per assecondare gli altri. Ci si appropria di Twingo e si inventa una nuova vita con lei.
Ma ecco le date da ricordare…
1993: Twingo viene svelata al Salone dell’Auto di Parigi nel mese di marzo. Nasce in un decennio complesso e articolato. Nuove estetiche s’impongono e frappongono: grunge e rave culture catturano i ragazzi, si afferma la MTV generation e il Brit-Pop con Blur e Oasis. La Biennale di Venezia, diretta da Achille Bonito Oliva, con la sezione Aperto introduce importanti figure artistiche che diventeranno fondamentali negli anni successivi. Nel design inizia a definirsi un nuovo concetto di made in Italy e italianità. “Italiani” sono i designer internazionali, da Starck ai Campana fino a Patricia Urquiola, che si confrontano con le realtà produttive di aziende come Kartell, Magis, Alessi, dotate di uno straordinario know-how progettuale che permette di tradurre in realtà e produrre in serie i loro progetti. Nel campo della moda s’impone il fenomeno dello StreetStyle. E’ la strada a dettare nuovi trend.
1994: un francese percorre 240.000 chilometri con una Twingo sulle piste australiane, dimostrandone l’affidabilità. Alla fine del viaggio, l’auto viene decorata da un artista aborigeno. Lancio di Twingo Easy, con trasmissione manuale senza frizione
1996: lancio della serie limitata Benetton e di Twingo’Matic, equipaggiata con trasmissione automatica a 3 rapporti. Inoltre, il motore guadagna 5 cv supplementari, diventando così un 60 cv
1998: restyling di Twingo con evoluzione di telaio, sedili, plancia, gruppi ottici e paraurti anteriore. Lancio della serie limitata Elite
1999: lancio della versione di alta gamma Initiale Paris
2000: lancio del motore 16 valvole 75 cv e del cambio sequenziale Quickshift
2005: lancio della serie limitata Kiss Cool
28 giugno 2007: produzione in Europa dell’ultima Twingo 1, che ha venduto oltre 2.500.000 di unità in 14 anni, una longevità eccezionale rispetto agli standard del settore auto
2011: restyling che porta la firma del designer olandese Laurence Van Den Acker, che ne ha ridefinito le linee sulla base delle nuove tendenze stilistiche
2012: Twingo Tatoo è stata l’ultima serie limitata di Twingo 1
2013: happy sweet twenty. Il nuovo Millennio si apre con l’avvento dei social network, Facebook in primis, e la diffusione massiva della telefonia cellulare. Il design si fa professione di massa; è finita l’epoca dei “maestri”. Il fast fashion è uno dei fenomeni più interessanti della nuova cultura della moda. Sbarcano in Italia la spagnola Zara e la svedese H&M: abbigliamento accessibile a tutti. Nel frattempo Twingo è diventata maggiorenne e mostra le sue nuove morbide forme che interpretano alla perfezione lo spirito della donna del nuovo millennio: energica e sensuale, trendy e sempre “connessa”
2014: la new era della Twingo Night&Day…. aspettare per credere…