Viaggio nella Verona shakespeariana con Romeo (il profvmo)

foto IL PROFVMO libro

Il dramma di Romeo e Giulietta è il più famoso esempio quando si tratta il tema dell’amore eterno, imperituro e tragico. E se un viaggio a Verona è naturalmente uno dei modi migliori per immergersi nella storia più romantica (e triste) che ci sia, con Romeo, l’ultima fragranza della trilogia de Il Profvmo, dedicata appunto a William Shakespeare, è possibile scoprire tutto il fascino del protagonista maschile anche attraverso il senso dell’olfatto.

Con Romeo si chiude il progetto artistico del brand, che, attraversando le opere shakespeariane – prima l’Otello, poi il Sogno di una notte di mezza estate, infine Romeo e Giulietta – offre un’interpretazione delle diverse forme d’amore, dove Othello incarna la passione, Lysander (Lisandro) il desiderio e Romeo la seduzione. Tre fragranze maschili (ma possono essere indossate anche dalle donne) di Silvana Casoli.

Othello è venuto alla luce per primo, nel 2016. Caratterizzato prima da intense note fruttate, poi fresche e speziate, infine arricchite dall’oud, un olio essenziale proveniente dall’Oriente, profondo e tormentato come l’anima del personaggio, questo profumo è perfetto per chi cerca un’essenza dal carattere forte. Nel 2017, invece, arriva Lysander: attraverso l’aroma del vetiver l’aspetto più ottimista e fedele dell’amore prende vita, aprendosi all’inizio con una fresca nota di menta acquatica e bacche di ginepro, per poi esprimersi al meglio attraverso il vetiver di Java, che dona al profumo un tocco erbaceo, frizzante e profondamente elegante.

Romeo, fragranza del 2018 (in vendita da settembre), è il protagonista più complesso da raccontare e dunque anche quello più elaborato. Giovane e bello, impaziente, autentico e sfrenato, carismatico e passionale, il suo profumo è quello di un seduttore sensuale e raffinato. La nota iniziale della fragranza è nettamente quella del rosmarino, mediterraneo e aromatico, fresco ed energizzante. Subentra poi l’avvolgente aroma del tabacco biondo della Virginia, caldo e ambrato, talvolta dolce, mentre l’ultima nota, quella più complessa, è quella del galbano, pianta erbacea perenne originaria delle regioni desertiche e montuose, che dà il tocco finale con un penetrante aroma boisé. Un gioco di seduzione su più livelli, proprio come l’amore deve essere.

C’è di più. Ciascuno dei tre “personaggi” viene accompagnato da un’opera artistica in vetro di Murano, ideata e prodotta dai mastri vetrai veneziani. Si tratta di piccoli e semplici cubi, dal colore cristallino o opaco a seconda del caso, inseriti a coppie in scrigni che costituiscono delle preziose edizioni limitate. I colori? Rosso per Othello, verde per Lysander, blu per Romeo.

Itinerario nella Verona shakespeariana

Malgrado la sua predilezione per la zona, pare che William Shakespeare non abbia mai visitato Verona e dintorni. Secondo alcuni studiosi potrebbe esserci stato tra il 1586 e il 1592, gli anni in cui nella vita dello scrittore si registra un “vuoto biografico”, mentre a parere di altri il Bardo se ne era appassionato semplicemente ascoltando le conversazioni degli ambienti londinesi dove si intrattenevano rapporti commerciali con la Repubblica di Venezia. Resta il fatto che molte delle opere del maestro sono ambientate in Veneto: oltre a Romeo e Giulietta (Verona), ricordiamo Il mercante di Venezia e La bisbetica domata (Padova).

Di sicuro c’è che la storia di Romeo e Giulietta è frutto della fantasia dell’autore, anche se rimangono degli indizi storici che rendono la vicenda quantomeno verosimile. In tempi medievali, infatti, Verona era lo sfondo di violenti scontri tra famiglie rivali, tra cui i Montecchi e i Cappelletti (da cui Shakespeare sembra aver tratto il nome Capuleti). Famiglie esistite realmente, e addirittura citate da Dante Alighieri nel Purgatorio della sua Divina Commedia (“Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color già tristi, e questi con sospetti!”). Per questo, un viaggio tra la casa di Romeo e di Giulietta (con il famoso balcone), tra la tomba di Giulietta e i Portoni della Brà, è fondamentale per comprendere al meglio l’inglese.

Casa di Romeo

A pochi passi dalle Arche Scaligere, il complesso funerario dedicato alla famiglia degli Scaligeri, che su Verona regnò a lungo, si trova un palazzo nobiliare riconosciuto come la casa di Romeo. La famiglia Montecchi, una delle più importanti famiglie ghibelline di Verona, risiedeva, infatti, nell’attuale via delle Arche, in un edificio dietro ad alte mura merlate, segno dei perenni conflitti tra le famiglie nobili veronesi. La leggenda vuole che, uscendo da casa, a Romeo bastasse attraversare l’orto botanico per ritrovarsi sotto il balcone di Giulietta, che lo attendeva impaziente. I Montecchi, nella realtà, furono banditi da Verona nel 1325 da Cangrande della Scala, il più conosciuto e amato esponente della dinastia scaligera: avevano complottato contro di lui. Non fecero più ritorno in città, ma la casa o perlomeno la sua posizione doveva essere dove si trova quella attuale. Oggi è proprietà privata e quindi non è visitabile all’interno, ma se si ha la fortuna di trovare i cancelli aperti, è possibile sbirciare nel bel cortile medievale. All’esterno, invece, si trova un bassorilievo raffigurante la fuga di Romeo dalla città e una targa che riporta una citazione del dramma shakespeariano.

Casa di Giulietta

La casa di Giulietta, poco distante da quella di Romeo, si trova nell’edificio che in epoca medievale ospitava la famiglia Dal Cappello (guelfi originari di Cremona), come riporta lo stemma che si trova sulla facciata del palazzo. Contrariamente alla casa di Romeo, questo palazzo è visitabile e ospita un bel museo: per entrarci si attraversa un arco le cui pareti sono state ricoperte da biglietti d’amore lasciati da visitatori di tutto il mondo. Nel cortile, invece, si trova una copia della statua di Giulietta creata dallo scultore Nereo Costantini nel 1969. All’interno del museo si possono ammirare dipinti d’epoca a tema shakespeariano, numerosi oggetti e mobili antichi, oltre ai costumi indossati da Leonard Whiting e Olivia Hussey nel film di Zeffirelli (1968). In particolare, la stanza da letto di Giulietta è stata allestita proprio come nel film. Nonostante l’accostamento dei nomi Cappello-Capuleti, va detto che in realtà l’edificio risale al XII secolo, molto dopo l’epoca in cui il dramma avrebbe dovuto svolgersi. Ma l’atmosfera e l’ambientazione sono così ben costruite che di certo questa consapevolezza non potrà comunque togliervi il piacere della visita.

Tomba di Giulietta

Un sarcofago di marmo rosso, scoperto e vuoto all’interno: questo è quel che la tradizione individua come la tomba di Giulietta, situata all’interno di una cella nel chiostro del convento di San Francesco al Corso, risalente al 1230. Meta di una sorta di “pellegrinaggio” fin dai primi dell’Ottocento, tra coloro che l’hanno visitata si trovano anche Heinrich Heine, Charles Dickens e Lord Byron. Malgrado il suo aspetto semplice e disadorno, l’ambiente può diventare davvero suggestivo se ci si lascia andare all’immaginazione, lasciandosi persuadere per un momento che quello sia davvero il luogo dove si verificò il tragico epilogo della storia d’amore più famosa di sempre. Non a caso oggi vi si celebrano molti matrimoni civili, per suggellare l’amore lì dove lo stesso fecero Romeo e Giulietta.  

Portoni della Brà

Sulle mura di Porta Brà, la porta che anticamente collegava piazza Brà alla campagna (braida), si trova un busto di Shakespeare e una targa commemorativa che riporta le celebri parole di Romeo in fuga da Verona verso Mantova. Secondo la storia, infatti, Romeo venne bandito dalla città dopo aver ucciso in duello Tebaldo, un Capuleti, per vendicare la morte del suo amico Mercuzio. Queste le drammatiche parole del giovane: Non esiste mondo fuor dalle mura di Verona; ma solo purgatorio, tortura, inferno. Chi è bandito di qui, è bandito dal mondo e l’esilio dal mondo è morte…”. Parole che, come sappiamo, non potranno comunque tenerlo lontano a lungo da Giulietta e da Verona.

L’itinerario shakespeariano sicuramente è un must della città scaligera, ma non bisogna dimenticare che Verona ha ancora di più da offrire, mentre si gironzola per le affascinanti viuzze: da non perdere la famosa Arena, antico anfiteatro romano oggi location di numerosi concerti e del festival lirico, la bellissima Piazza delle Erbe e Castelvecchio, antico castello medievale che ospita il museo civico d’arte del capoluogo.

Il club di Giulietta

Le pene d’amore, si sa, sono tra quelle che più possono far soffrire: per questo è nato il Club di Giulietta, un’associazione culturale che raccoglie tutte le lettere indirizzate a Giulietta Capuleti per chiedere consiglio sulle tribolazioni del proprio cuore e le cui volontarie rispondono a suo nome. La tradizione risale addirittura al 1930, quando Ettore Solimani, l’allora custode della tomba di Giulietta, iniziò a raccogliere i primi messaggi che venivano simbolicamente lasciati alla giovane, ed ebbe l’idea di rispondere: dal momento in cui il primo “segretario di Giulietta” scrisse la sua prima risposta, migliaia di lettere sono state raccolte, fino a cinquantamila all’anno. Avete anche voi un consiglio da chiedere? Ora sapete a chi rivolgervi.

 

ph ufficio stampa

Irene Dominioni

Cresciuta nella foresta di libri della sua casa milanese, Irene ha inseguito la passione per il giornalismo in Danimarca e in Olanda, grazie al master Erasmus Mundus Journalism, Media and Globalisation. Su Moda a Colazione scrive di cultura e viaggi.

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