“Più che la destinazione vera e propria, mi piaceva l’idea che se ne fanno le persone che, vivendo in città, sognano un weekend a contatto con la natura. Il mio obiettivo non era di catturare la campagna della Normandia così com’è, ma la promessa di una passeggiata nell’erba alta”, confida Olivier Polge. Ancora: “Volevo che si sentisse questa apertura verso l’Oriente che in Chanel è anche una rievocazione del barocco”. E: “Volevo che sulla pelle ogni ingrediente sembrasse intriso d’acqua”.
Il profumiere racconta, rispettivamente, di Paris-Deauville, Paris-Venise e Paris-Biarritz, le tre nuove Eaux de Chanel che invitano a concedersi una fuga nei luoghi cari a Coco. E la fresca e inebriante trama olfattiva ne fa affiorare suoni, immagini, ricordi. Freschezza, dicevamo: quella che proviamo quando apriamo il finestrino di un treno in corsa a tutta velocità. Quella del vapore che resta sospeso attorno alle onde quando si infrangono sulla riva. Quella della rugiada del mattino che evapora ai primi raggi di sole. Arricchite con agrumi di Sicilia e di Calabria, sono fragranze aeree, racchiuse in un flacone che ricorda le fiaschette da liquori che si portavano nella tasca della giacca. Il vetro sottile e leggero ne facilita uso e trasporto, mentre il tappo è realizzato in thermodur (bachelite).
Paris-Deauville
È qui che tutto ha inizio. Nella primavera del 1912, questa località balneare della Normandia cattura l’attenzione della giovane modista, perché luogo ideale per proporre le sue creazioni ai parigini che venivano nel weekend. Nel 1913, finanziata dal giocatore di polo Boy Capel, Gabrielle lancia la sua prima collezione nella boutique dal tendone bianco su cui spiccano, semplicemente in nero, le lettere del suo nome. Mentre il corpo delle donne è ancora imprigionato in soffocanti corsetti, lei si prende la libertà di montare a cavallo, con il colletto aperto, e di infondere ai vestiti un comfort mai visto. Nel negozio di rue Gontaut-Biron, infatti, compaiono gli abiti ispirati ai marinai (le righe, il beige, il jersey).
La boutique chiude i battenti nel 1925, ma Deauville resta un luogo simbolo nel patrimonio della maison, che oggi rivive nel nuovo profumo: si percepisce dapprima l’energia rigenerante della scorza d’arancia, del petitgrain e della foglia di basilico. Poi l’essenza di rosa e le note di gelsomino. Risuona, quindi, il carattere spiccato, vintage e chypre del patchouli.
Paris-Biarritz
Nel 1915, Coco inaugura una nuova boutique a Villa de Larralde, Biarritz, il luogo di villeggiatura preferito, sin dal XIX secolo, dall’alta società dell’epoca; è quello che occorre per attirare l’attenzione della regina Vittoria Eugenia di Spagna, cliente della boutique-villa. Ma per Mademoiselle, Biarritz è anche sport, trovandosi vicino ai campi da golf di Saint-Jean-de-Luz, picnic sulla spiaggia con Boy Capel, bagni energizzanti nell’oceano Atlantico ed eleganti serate con gli amici russi esiliati in Francia dopo la Rivoluzione d’Ottobre (1917).
La fragranza non poteva che catturare la potenza dell’oceano della costa basca, che trasforma i cavalloni in spuma sulla sabbia. Olivier Polge decide di rivitalizzare le note di testa con uno slancio di pompelmo e mandarino. Gli agrumi, accompagnati da una nota acquosa, aprono la strada ad un accordo di mughetto. L’onda di fondo della formula, il vetiver, si mescola alle note di muschi bianchi per amplificare le sensazioni energizzanti. Per creare l’effetto di un bagno gelato sotto il sole, di un respiro profondo e forte.
Nel 1920, Mademoiselle è inconsolabile. Per strapparla al ricordo di Boy Capel, tragicamente scomparso in un incidente d’auto, Misia e il pittore José Maria Sert la invitano a Venezia. E Venezia, crocevia tra la cultura europea e orientale, le ridona la voglia di vivere e di perfezionare il suo stile inimitabile. Osa esporre il suo viso ai raggi del sole, e indossare un pigiama in pieno giorno e sandali con la suola di sughero. Poi, inebriata dai riflessi dei mosaici, dalla luminosità dell’oro martellato e delle pietre preziose della basilica di San Marco, elabora le sue prime collezioni di gioielli.
Ed ecco l’Eau Paris-Venise, “la più urbana tra le tre”, confessa Polge, forse perché richiama l’idea del lungo viaggio sull’Orient Express che separa la capitale francese dalla città italiana. Qui gli agrumi tessono ancora il filo conduttore, poi un accento di frutti rossi sussurra all’iris e al geranio di Grasse; infine, prendono la parola il vibrante legno di cedro e l’accordo ambrato, la nota vanigliata e gli effluvi orientali.
foto Chanel, Margherita Tizzi