Inizia ufficialmente l’autunno e, con esso, la moda delle gite fuori porta, per scoprire i colori della stagione nei giardini delle ville di delizia. In Lombardia ce ne sono diverse di particolare suggestione. In particolare, eccone cinque tra Milano, Como e dintorni.
Villa del Balbianello, Lenno
Affacciata sul lago di Como, la Villa del Balbianello è una raffinata dimora del XVIII secolo e uno scrigno di “cimeli di imprese e avventure”. Eretta a fine Settecento dal Cardinal Durini, per farne un ritiro di delizia e svago letterario, fu acquistata nel 1974 da Guido Monzino, imprenditore, collezionista e grande esploratore. Guidò, infatti, la prima spedizione italiana in cima all’Everest e trasformò la villa in un rifugio dove conservare i ricordi della sua avventurosa vita: mappe, strumenti di viaggio, libri, arredi e preziosi oggetti d’arte antica e primitiva, ancora esposti secondo il suo gusto, così come i cimeli delle note imprese alpinistiche, custoditi nel Museo delle Spedizioni. La dimora, da cui si gode di uno dei migliori panorami sul lago, è oggi gestita dal Fai e, tra le altre cose, ha ospitato celebri saghe, come quelle di Star Wars e 007 (foto Stefano Bucciarelli per Unsplash.com).
Villa Melzi d’Eril, Bellagio
Di un’eleganza pari a quella della Villa Reale di Monza e delle altre dimore del lago di Como, anche Villa Melzi, a Bellagio, saprebbe affascinare qualsiasi visitatore. Costruita nei primi dell’Ottocento da Francesco Melzi d’Eril, duca di Lodi, vicepresidente della Prima Repubblica Italiana e amico personale di Napoleone, questa residenza estiva è una perla di stile neoclassico. Il suo pezzo forte, però, rimane il parco, dove un laghetto di ninfee, il chiosco in stile moresco, il monumento a Dante e Beatrice, e altre statue egizie provenienti dalla campagna d’Egitto di Napoleone, danno un ulteriore tocco artistico al giardino. Piante esotiche e rare, alberi secolari e gigantesche siepi di camelie, rododendri e azalee coronano il tutto, ad onore del lavoro svolto da Luigi Canonica e all’agronomo Luigi Villoresi, autori anche del Parco di Monza (foto Steffen Lemmerzahl per Unsplash.com).
Villa Carlotta, Tremezzo
Sale ricche di capolavori d’arte, un meraviglioso parco botanico e uno scenario mozzafiato sulle dolomitiche Grigne e su Bellagio: Villa Carlotta è un luogo speciale, un mondo condensato in 70mila metri quadri. Commissionata dal marchese Giorgio Clerici alla fine del Seicento, la villa raggiunse il massimo splendore con Gian Battista Sommariva, il successivo proprietario, che ne arricchì gli interni con capolavori di Canova, Thorvaldsen e Hayez, e trasformò il giardino in un romantico parco. Meta d’obbligo per chi visita il lago, i suoi rododendri e azalee in oltre 150 varietà, i cedri e le sequoie secolari, gli immensi platani e le essenze esotiche la rendono una destinazione ideale per immergersi nella natura (photo by Laura Lugaresi on Unsplash).
Villa Della Porta Bozzolo, Casalzuigno
Donata al Fai dagli eredi della famiglia nel 1989, la Villa Della Porta Bozzolo, altrimenti nota come Villa Bozzolo, è stata la dimora di una famiglia dalle diverse anime. Inizialmente residenza di campagna cinquecentesca dei Della Porta, ricchi possidenti locali dalle umili origini ma con ambizioni di nobiltà, venne rinnovata nel Settecento, per diventare una fastosa villa di delizia in occasione delle nozze tra Giovan Angelo III Della Porta e la contessa milanese Isabella Giulini. I saloni affrescati in stile rococò, le gallerie e le camere da letto dai vivaci affreschi con illusionistiche architetture, miti, allegorie e trionfi di fiori colorati perfino sulle porte degli interni, si alternano a rustici, alla cantina per produrre il vino e alla filanda per i bachi da seta, testimoni dell’antico spirito agricolo della tenuta. Stupendi il giardino all’italiana, adornato da una serie di terrazze scolpite in pietra che risalgono la collina fino al prato verde, non a caso ribattezzato “teatro”, e la ricca biblioteca del senatore Camillo Bozzolo, che salvò la villa nell’Ottocento.
Villa Visconti Borromeo Arese Litta, Lainate
“Conviene guardarsi bene dal passeggiare soli a Leinate; il giardino è pieno di getti d’acqua fatti apposta per inzuppare gli spettatori. Posando il piede sul primo gradino di una certa scala, sei getti d’acqua mi sono schizzati tra le gambe”. La citazione è di Marie Henri Beyle Stendhal, che fu uno dei tanti ospiti di Villa Litta a Lainate, insieme a Johann Christian Bach, Carlo Porta, Cesare Cantù e Ugo Foscolo. Lo scrittore fa riferimento al Ninfeo, decisamente il pezzo forte del parco di Villa Litta: una serie di giochi d’acqua accuratamente studiati e pensati per intrattenere gli ospiti durante le afose sere d’estate, e un’attrazione che ancora oggi è in grado di affascinare grandi e piccini. Teatro di grandiose feste e ricevimenti, ma anche importante luogo di incontro per artisti e intellettuali, la villa è un luogo di grande suggestione a solo una manciata di chilometri da Milano: la visita, in gruppo e guidata da esperti, vale davvero la pena (foto Irene Dominioni).