Savigno è un paesino di qualche migliaio di abitanti in mezzo al tratto di Appennino che va da Bologna a Modena. È un luogo che si raggiunge solo in macchina, attraversando il panorama dei colli bolognesi, sinuosi e floridi come le curve di un corpo femminile, a tratti impervi e spigolosi, come, invece, delle donne sa essere, alle volte, il carattere. Dei tanti paesini che s’incontrano, Savigno non sembrerebbe avere nulla di particolare rispetto agli altri, ma è il cartello sulla strada d’ingresso, “Città del tartufo”, a indicare la casa di uno dei cibi più preziosi e ricercati al mondo. Un tesoro gastronomico, a vedersi come un fungo non molto appetitoso, che, in realtà, rappresenta un condimento raro e prelibato.
È qui, dunque, che il 5, 6, 12, 13, 19 e 20 novembre si celebra il Festival internazionale del tartufo bianco, giunto alla 33esima edizione e rinominato Tartófla in dialetto locale. A Savigno e negli altri comuni che prendono parte alla rassegna troverete mercatini, menù a tema, percorsi di degustazione, laboratori tematici, visite guidate e mostre per far conoscere e assaggiare uno tra i migliori tartufi in circolazione, orgoglio di questa fetta di Emilia Romagna. Le eccellenze del territorio, insieme a prodotti già noti come aceto balsamico e parmigiano, si inseriscono così nello sviluppo di un turismo sempre più integrato e legato al capoluogo. Per questo motivo Bologna Welcome attiverà un servizio navetta che collegherà la città a Savigno, da cui si potranno poi raggiungere le principali mete dell’iniziativa: i comuni di Camugnano, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi, Lizzano in Belvedere, Loiano, Monghidoro, Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi, Valsamoggia e Vergato.
Ma torniamo ai dettagli di Tartufesta, organizzata in collaborazione con con ProLoco Savigno e Appennino Food. L’edizione 2016 vede coinvolti alcuni degli chef più rappresentativi del territorio metropolitano grazie alle associazioni TourTlèn, affiancati da ristoranti amici del tartufo bianco di Savigno e dai ristoratori del Consorzio Modena a Tavola e del Consorzio Vivivalsamoggia. Nel cuore cinquecentesco di Savigno, sotto l’antico Voltone del tartufo e nella corte retrostante, gli chef proporranno i loro piatti a base del delizioso tubero all’ora di pranzo. Ancora. Il Ristorante in Piazza 2016, in piazza XV Agosto, proporrà le prelibatezze dei tre ristoranti stellati della zona e si potrà partecipare ai percorsi turistici in tartufaia insieme ai cani di razza Lagotto, particolarmente indicati per la ricerca.
Dopo aver mangiato e bevuto? Se ripartite da Bologna, non perdetevi il santuario della Madonna di San Luca sulla cima del Colle della Guardia, la cui icona della Vergine col Bambino è stata, per secoli, meta di pellegrinaggi. Bello il museo Marconi a Villa Griffone, dove il giovane Guglielmo realizzò i primi esperimenti, e il percorso escursionistico della Via degli Dei, l’antica strada romana dell’Appennino tosco-emiliano che univa Bologna a Firenze.
Qualche curiosità sul tartufo
Il tartufo è un fungo ipogeo (ovvero sotterraneo) appartenente alla famiglia dei simbionti, organismi che vivono in un rapporto di simbiosi con l’albero. Prezioso proprio perché non coltivabile, si genera quando la pianta soffre e svolge una funzione di supporto, assorbendo i minerali dal terreno e trasmettendoli all’albero, che tramite la fotosintesi clorofilliana li trasforma in zuccheri. Esistono 100 varietà classificate di tartufo nel mondo, ma è quello bianco ad essere particolarmente pregiato, perché più raro. I mesi dell’autunno sono i più indicati per andare alla ricerca di tuberi profumati, che di solito si trovano presso querce, salici, noccioli, pioppi e tigli. Per la caccia sono indispensabili i cani, che con il loro fiuto li sanno scovare meglio.
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