È dal lato nord, quello più gelido e aspro di una montagna, che prende il nome uno dei brand di abbigliamento tecnico sportivo e da montagna più noti e apprezzati al mondo. The North Face aprì le porte nel 1966 nella zona di North Beach, a San Francisco, per rivendere attrezzature per arrampicata e backpacking. Alla guida Doug Tompkins, mentre il logo venne disegnato nel 1971 da David Alcorn, che ritrasse l’Half Dome, la roccia granitica del Parco nazionale di Yosemite.
Con la registrazione del marchio e l’inizio della produzione di attrezzature e abbigliamento, l’azienda introdusse soluzioni innovative e di qualità. Ne è un esempio il Ruthsack del 1969, uno dei primi zaini da montagna con struttura portante interna, che lo rendeva meno ingombrante e più funzionale. Negli anni ’80 The North Face era l’unico negli Stati Uniti a offrire una collezione completa di abbigliamento da esterno e da sci estremo, senza dimenticare sacchi a pelo, zaini e tende ad alte prestazioni. Oggi, il marchio conta una linea outdoor completa e, in occasione del cinquantesimo anniversario, ha introdotto la campagna Question Madness, per far riflettere sul significato dell’escursionismo praticato ai livelli più estremi, spesso ai limiti della follia, e per promuovere l’esplorazione intesa come slancio, sia individuale che collettivo, verso nuove sfide.
Il legame con l’avventura, il superamento dei propri limiti e il rapporto esplorativo con la natura rappresentano, infatti, i valori fondanti del brand, tradotti nel motto Never Stop Exploring. Fin dagli anni ‘60 The North Face sponsorizza spedizioni negli angoli più remoti del pianeta e nel 2010 ha lanciato l’Explore Fund, per supportare le organizzazioni no profit volte a mettere in contatto i giovani con l’escursionismo e la natura, promuovendo sia la salute personale sia quella ambientale. Ad oggi il fondo ha emesso 388 donazioni per un valore di oltre 1 milione di dollari.
Tra le imprese storiche di cui The North Face si è resa madrina, la Brooks Range Ski Traverse nel 1972, una traversata di 300 miglia in 30 giorni tra i fiumi Koyukuk e Ilkillik, in Alaska. E la Trans-Antarctica Expedition nel 1989: 4000 miglia attraverso l’Antartico percorse in 7 mesi su slitte trainate da cani. Ancora. La scalata del K2 senza ossigeno del 1990 degli alpinisti Greg Child, Steve Swanson e Greg Mortimer; il primato del corridore Dean Karnazes (50 maratone in 50 stati americani in 50 giorni) e quello della sciatrice Kit DesLauriers che sfidò le nevi delle sette cime più alte del mondo, i Seven Summits, nel 2006. Infine, nel 2011 la conquista del monte Meru, nella catena dell’Himalaya, da parte di Conrad Anker, Jimmy Chin e Renan Ozturk, dopo che nel 2008 erano rimasti appesi per 19 giorni alla parete rocciosa a causa delle impetuose nevicate, cento metri sotto la cima.
Question Madness
Sulle note di Miles From Nowhere di Cat Stevens, le immagini mozzafiato della campagna che festeggia i 50 anni di The North Face sono state in gran parte girate dai beniamini dell’azienda durante le loro imprese. Pareti di roccia, creste innevate, altezze vertiginose, bufere: tutti i lati della montagna visti attraverso gli occhi di chi la vive fino in fondo, in un percorso fatto di fatica, rischio e sacrificio, prima di poter raggiungere il proprio obiettivo. Così le sfide fisiche e mentali mostrano due facce della stessa medaglia e rappresentano uno spunto a guardare le cose da più punti di vista. Una fissazione è in realtà dedizione, ciò che appare assolutamente sconsiderato è calcolato, la sofferenza fisica diventa una prospettiva per migliorare, i freak (pazzi, fanatici) si svelano pionieri e, infine, la follia si rivela progresso.
https://www.youtube.com/watch?v=ayv41ZmNWtk