L’ultra centenaria matita di grafite dal fusto verde scuro con scritte dorate di Faber-Castell ha ispirato la creatività di artisti di tutto il mondo. Joseph Beuys la utilizzò come punto esclamativo in una sua performance. Carlo Rambaldi ci abbozzò lo schizzo di ET. Günter Grass, scrittore, Premio Nobel per la letteratura e illustratore, ci disegnò un bouquet di matite anziché di fiori. E lo abbellì con un enigmatico commento: “Parole su richiesta. Tutte le matite affilate. E c’è ancora così tanto da dire”.
Ciò non stupisce. Tra i primi estimatori delle matite di Faber-Castell, infatti, si annovera Vincent Van Gogh. In una lettera del 1883 il pittore olandese scriveva a un amico: “Desidero raccontarti di un tipo di matita che ho trovato da Faber. Ha uno spessore ideale, è estremamente morbida e di qualità superiore rispetto alle matite da falegname, di un nero intenso e piacevole da utilizzare”. Van Gogh morì nel 1890 e purtroppo non ebbe l’opportunità di utilizzare l’iconica matita Castell 9000, presentata dal Conte Alexander von Faber-Castell nel 1905.
Dotata di sezione esagonale che le impedisce di scivolare su una scrivania inclinata, e di una mina di qualità superiore, la matita è eco-friendly, è laccata con vernice a base d’acqua e garantisce un funzionamento prolungato. Oggi è disponibile in sedici gradazioni di durezza.