La storia dell’Ambrogino d’oro

Domani 7 dicembre, festa di sant’Ambrogio, verrà consegnato l’Ambrogino d’oro, l’onorificenza che la città di Milano consegna annualmente ai suoi cittadini più meritevoli. Da dove arriva questa tradizione e chi sono i personaggi più noti ad averlo ricevuto e rifiutato? Il premio meneghino spetta ai cittadini di nascita o di adozione milanese che si sono distinti in città per il loro impegno. La consegna avviene al Teatro Dal Verme e vede riconosciuti ogni anno fino a 30 medaglie d’oro e 40 attestati di pubblica benemerenza. Le “nomination” degli ambrogini possono essere inoltrate da chiunque, ma è una commissione composta dai membri del consiglio comunale a decidere le assegnazioni. Inoltre, gli ambrogini possono non durare in eterno: l’ultimo articolo del regolamento stabilisce che chi ne viene insignito possa perdere il riconoscimento nel caso in cui se ne renda indegno.

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La storia

L’Ambrogino d’oro deve il suo nome al vescovo patrono di Milano e consiste in una medaglia. In origine, invece, era una moneta, la cui diffusione risale alla Milano del 1300. È nel periodo che va dalla cosiddetta Prima Repubblica (1250-1310) fino alle emissioni a nome di Ludovico IV di Baviera (1330), infatti, che iniziano a circolare i cosiddetti “ambroxinis aureis” o “ambrosini de Melano a carati XXIIII”. È il periodo delle lotte per l’egemonia su Milano da parte di Torriani e Visconti, intervallati dalla reggenza degli imperatori Enrico VII di Lussemburgo (1311-1312) e Ludovico il Bavaro (1328-1329). Come in altre città, dove vengono introdotti il fiorino (Firenze), il ducato (Venezia) e il genovino d’oro (Genova), si sentiva il bisogno di una moneta propria che attestasse il dominio economico della zona. L’antico ambrogino d’oro recava da un lato l’effigie di sant’Ambrogio, dall’altro quella dei santi Gervasio e Protasio, mentre oggi la medaglia porta lo stemma del comune di Milano.

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I rifiuti storici

Nomi noti hanno ricevuto l’Ambrogino d’oro: l’astronauta Samantha Cristoforetti (2012) e Fabiola Gianotti, direttrice del Cern di Ginevra (2012); Aldo, Giovanni e Giacomo (2010), Stefano Boeri (2009), Paolo Maldini (2009), Dolce & Gabbana (2009), Carlo Petrini, fondatore di Slow Food (2009) ed Elio Fiorucci (2006), per citarne alcuni. Ma il premio è stato anche terreno di scontro politico nel decidere la rosa dei premiati, oppure respinto da personalità di rilievo, come il rifiuto di Dario Fo nel 1997, indignato per il comportamento dell’amministrazione nei suoi confronti. Nel 2004 fu invece la volta dell’attore Robert De Niro, che non accettò l’Ambrogino per non dare adito alle polemiche relative all’ipotesi di concedergli la cittadinanza onoraria. Mentre nel 2005 la tensione salì al massimo quando, al momento della consegna della medaglia a Oriana Fallaci, i consiglieri dell’opposizione lasciarono la sala tra urla di protesta. Infine, il no arrivò anche da parte di Elio e le Storie Tese nel 2008, cinque giorni prima della cerimonia ufficiale, in segno di contestazione per la mancata assegnazione dell’Ambrogino a Enzo Biagi e alla cittadinanza onoraria a Roberto Saviano.

I premiati del 2016

Quest’anno, dopo 118 candidature, di cui 74 riferite a persone, 7 Ambrogini alla memoria e 44 per enti di vario tipo, il comune assegnerà 15 medaglie d’oro e 20 riconoscimenti. Tra i nomi più noti ci sono l’ex sindaco di Milano Letizia Moratti, il comico Antonio Albanese e il pianista Antonio Ballista, Janiki Cingoli, direttore del Centro italiano per la Pace in Medio Oriente, il medico Luciano Gattinoni, l’atleta paralimpica Dedaj Arjola, gli attivisti per i diritti civili Paolo Hutter e Paolo Oddi e il cantautore Mario Lavezzi. La Medaglia d’oro alla Memoria va a Mariella Borasio, professoressa tra i fondatori dell’Associazione Parco Sud. Infine, tra i 20 attestati di civica benemerenza ci sono Aias (associazione professionale italiana ambiente e sicurezza), Anesv (associazione nazionale esercenti spettacoli viaggianti), associazione culturale Alma Rosé, comunità Oklahoma onlus, ordine degli avvocati di Milano, Ostello Bello, Progetto Due mani in più, le stazioni dei carabinieri della Città di Milano e Teatro Officina.

Irene Dominioni

Cresciuta nella foresta di libri della sua casa milanese, Irene ha inseguito la passione per il giornalismo in Danimarca e in Olanda, grazie al master Erasmus Mundus Journalism, Media and Globalisation. Su Moda a Colazione scrive di cultura e viaggi.

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