“… tu la tocchi infine con le tue mani; e quasi a te non credi, tanta è la gioia” (Ada Negri). Tanta è la gioia nel ricordare dolci aneddoti legati alla Nivea, come quando mia zia, moglie di un rinomato commerciante di scarpe, a sua volta figlio un celebre calzolaio, mi consigliava di usarla per allentare la pelle delle calzature. Infondo chi di noi non conosce la crema delle creme? La sua texure, il suo profumo e quel packaging che, una volta pulito, conteneva ricordi d’infanzia o l’acqua da usare per dipingere?
Più di 100 anni fa…
… precisamente nel 1890, il visionario dottor Troplowitz acquistò il laboratorio di prodotti dermoterapeutici della ditta Beiersdorf. Poco dopo aver inventato Labello, Paul Gerson Unna, un dermatologo ricercatore, attirò la sua attenzione su una scoperta scientifica: un nuovo emulsionante affine alla pelle chiamato Eucerit, scoperto dal chimico Isaac Lifschütz. Era una vera rivoluzione, perché da quel momento esisteva una sostanza capace di legare acqua e olio in un’unica formula per unguenti. Troplowitz intuì che l’Eucerit, ideata per scopi medici, poteva essere l’ingrediente fondamentale per una crema cosmetica emolliente e idratante.
Nel 1911 la Nivea, nome di derivazione latina che significa “bianca come la neve”, fu lanciata sul mercato all’interno di una scatola gialla decorata in stile Art Nouveau. Negli anni ’20 arrivò la mitica latta di alluminio blu con la scritta Nivea bianca, il primo rilancio di marketing della storia. Il blu fu scelto in quanto colore dell’eleganza, dell’armonia e della trasparenza che troviamo in natura; il bianco perché associato all’innocenza e alla purezza interiore.
Gli anni ‘30 e la moda dell’abbronzatura
Con l’impazzare della tintarella, le donne lasciarono i corsetti nei cassetti per andare a stendersi in piscina o sulle spiagge. Nivea close l’occasione per lanciare l’olio solare a base di Eucerit, creato appositamente per chi pratica sport all’aria aperta. Non solo. Oltre alle farmacie e alle drogherie venivano riforniti anche i negozi dei barbieri e dei parrucchieri con la brillantina Nivea in stecca, la crema e il sapone da barba, il tonico per il viso, l’olio per capelli e, per la prima volta in assoluto, lo shampoo. Insomma, Nivea “a casa e all’aria aperta”, un messaggio che si ricordava nelle campagne pubblicitarie degli anni Sessanta.
Nel 1978, con campagne dalla pittura Naif, Beiersdorf presentò i prodotti per la doccia quotidiana, poi negli anni Ottanta la linea uomo e visage, dedicata al trattamento del viso di tutta la famiglia. Nel frattempo, grazie ai computer, era più facile analizzare la pelle. Con una superficie che va da 1,5 a 2 metri quadrati, si scoprì che è l’organo più grande del nostro corpo. La sensibilità della nostra pelle fa sì che al nostro cervello arrivino importanti segnali, come il dolore, il caldo e il freddo, ma anche sensazioni più intime, come la tenerezza di una carezza. Per questo l’aspetto della pelle riflette senza inganni lo stato emozionale della nostra psiche, ad esempio quando arrossisce o impallidisce.
L’azienda tedesca utilizzò quest’ultime scoperte per sviluppare una serie di prodotti innovativi: nel 1994 Nivea Soft, una versione più giovane e leggera della crema tradizionale, poi un’intera gamma di prodotti specifici per le donne over 50 e la crema antirughe (1998). La caratteristica di questa crema è tutt’ora il coenzima naturale Q10, una molecola simile alle vitamine che gioca una parte importante nella produzione di energia nelle cellule del corpo umano.
Lo sapevi che…
… il marchio Nivea continua a essere studiato e innovato da oltre 650 scienziati del centro di ricerche Paul Gerson Unna, ad Amburgo, uno dei più importanti e moderni centri di ricerca sulla pelle del mondo?
… che quella blu con la scritta bianca è stata la prima confezione di crema a entrare in orbita, nel 1983, a bordo dello Space Shuttle?
… che Nivea è stata il primo sponsor della storia? Nel 1954 il ciclista Fiorenzo Magni decise di chiamare il suo nuovo team Nivea.
… le vendite della mitica Nivea Creme non accennano a diminuire? Ogni giorno ad Amburgo vengono prodotte 500.000 latte d’alluminio blu e 50 tonnellate di crema.
Ph archivio Nivea, acquerello di Alessandro Tizzi
pubbliredazionale realizzato in collaborazione con Nivea