Se si parla di porcellane, il primo nome che viene in mente è Richard Ginori: da quasi trecento anni, infatti, questo marchio è espressione di eccellenza, icona del made in Italy e fedele abitante di tutte le tavole. Fino al 21 ottobre, al Convento di Giaccherino di Pistoia, capitale della Cultura 2017, una mostra ne ripercorre la storia, celebrando così l’identità e la tradizione di una delle aziende più intramontabili di sempre.
Il percorso espositivo di Refectorium. Arte della convivialità nella tradizione Richard Ginori raccoglie le collezioni più significative di servizi da tavola e non solo, dal ‘700 al secolo scorso, raccontando lo stile e le tendenze che hanno caratterizzato l’arte, tutta italiana, dello stare a tavola.
La rassegna inizia dal ‘700, con il decoro del Tulipano della Manifattura Ginori, nome originale dell’azienda, e con le collezioni Oro di Doccia, con il decoro originale Galli Rossi del 1770, e Granduca Coreana, rivisitazione del disegno denominato “fiori coreani”. Il secolo successivo, invece, trova la massima espressione nel Vaso Trionfo del Sole, riedizione fedele all’originale in porcellana invetrata e biscuit, alla vista simile al marmo, introdotto per la prima volta nel 1811, e nella Collezione Volière, opera attuale che però riporta i decori a mano e le lavorazioni della tradizione di casa Ginori.
Il ‘900 è racchiuso nella Collezione Labirinto, il cui decoro originale, risalente al 1926, porta la firma di Gio Ponti, che della Richard Ginori fu anche direttore creativo in quegli anni. Per le tavole contemporanee, infine, la Collezione Paesaggio ripercorre i soggetti tipici che hanno caratterizzato tutta la produzione manifatturiera nell’arco dei secoli, tra motivi storici, vedute campestri e primi piani di fiori, frutti e rami.
Le porcellane Richard Ginori sono a tutt’oggi un simbolo di buon gusto e di eleganza, anche e soprattutto in una cultura, come quella italiana, che della convivialità ha sempre fatto uno dei suoi valori fondanti. E, se anche la condivisione è un’arte, questa mostra ci ricorda che in Ginori trova il suo migliore maestro.