A fine marzo ho trascorso un bellissimo weekend a Pitigliano (Grosseto), un affascinante borgo della Maremma. Arroccata sul tufo, Pitigliano è la meta ideale per un weekend di primavera, per chi ama la Toscana, la buona cucina e la tranquillità. Secondo la leggenda Celiano e Pitelio, membro di un’importante famiglia etrusco-romana, dopo aver rubato la corona d’oro dal tempio di Giove Stator a Roma, scapparono in Toscana e fondarono Pitigliano. In realtà le origini della “Città del Tufo” sono addirittura antecedenti all’epoca etrusca.
Il mio fine settimana è iniziato di venerdì sera, con l’arrivo alla Locanda Pantanello. Ad accogliermi Morena e Pietro che da circa vent’anni gestiscono questo accogliente agriturismo alle porte del paese. Immersa nella natura, la Locanda è dotata di cinque camere doppie attrezzate per i bambini e di un bel giardino con piscina e vasca idromassaggio. Mi ha stupito la tavola accanto al caminetto imbandita con affettati locali, pici freschi al pomodoro, agnello e cicoria, millefoglie con crema pasticciera. Tutto preparato in casa da Morena che, per chi vuole, propone anche corsi di cucina (www.pantanello.it).
Il sabato mattina, dopo una buona colazione a base di marmellate e torte fatte in casa, è iniziato il tour in compagnia di Flaminia, figlia di Morena e Pietro e guida ambientale: ho acquistato i vini locali alla Cantina Sociale (chiude delle 12); ho passeggiato per le vie del tufo scavate dagli etruschi per collegare Pitigliano ai paesi vicini; ho visitato Sovana, suggestivo borgo medioevale che conserva ancora l’atmosfera di un tempo; infine Flaminia mi ha fatto scoprire Sorano, la “Matera della Maremma” per i numerosi edifici scavati nel tufo. Qui ci siamo fermate a mangiare a L’Ottava Rima, un ristorante interamente ricavato nel tufo che propone piatti semplici locali e un’ottima carta di vini.
Prima di cena siamo tornate a Pitigliano per concederci un aperitivo da Angiolina in Piazza della Repubblica. Buonissimi i cocktail! Per cena, invece, la Locanda Pantanello ci ha proposto tortino di broccoli, tagliatelle al piccione, cinghiale e cicoria, ricotta con il miele. Per concludere, gli amari della locanda!
La domenica mattina, dopo aver salutato gli amici di Pantanello, ho visitato il Ghetto di Pitigliano: durante la Seconda Guerra Mondiale molti ebrei sono sfuggiti alle persecuzioni grazie all’intervento dei pitiglianesi che li hanno ospitati pur consapevoli del rischio che correvano. Ultima tappa del weekend Civita di Bagnoregio, definita “la città che muore” per la continua erosione della collina sulla quale è costruita, fatto che mette a rischio la vita del paese. Dunque, assolutamente da vedere.