L’arte, spesso e volentieri, nasce dalle cose più semplici, ed è proprio da uno strumento di uso comune che nasce il realismo di Paolo Amico: la biro. Le opere del giovane artista siciliano sono in mostra fino al 28 aprile alla palestra In Ex di via Molino delle Armi, a Milano. Chi l’avrebbe detto che un oggetto così semplice potesse rivelarsi così versatile? Eppure, il risultato è notevole.
Il primo incontro di Amico con la penna a dieci colori è avvenuto nel 2009, durante i suoi studi all’Accademia Abadir di San Martino delle Scale. “Penso che tutti abbiano avuto modo di maneggiarne una, chi per un motivo chi per un altro – racconta -. Ne ho immaginato il potenziale e ho fatto diverse prove fino al raggiungimento di un discreto livello, che poi ho affinato nel tempo”. Da lì, è passato alla strada per cercare i suoi soggetti.
La tecnica
Nel suo lavoro, Amico è accompagnato dalla macchina fotografica, “un taccuino” dice, che gli serve per fermare le immagini più significative. La sua prima fonte di ispirazione è la città, in particolare di notte: “Da lì nascono paesaggi notturni fatti di luci fluorescenti che proiettano su strade e palazzi colori artificiali, dotati di una cromia che non gli appartiene”. Effetti visivi che la penna sa ben veicolare.
Partendo dalle fotografie, l’artista realizza dei bozzetti a matita, inserendo nuovi elementi o stravolgendo completamente gli scenari. Poi passa alla biro, il cui processo di stesura del colore è simile a quello dei pastelli, dai toni più chiari fino al nero e incrociando i tratti in fitte trame. La penna a sfera consente di modulare l’intensità del segno, riempiendo gradualmente gli spazi del foglio e sottraendo la luce.
I soggetti
Il risultato è un’opera che conserva il carattere fotografico della scena, ma che pure è ricca di elementi allegorici che aumentano la suggestione dell’insieme. Ricorrenti sono i panorami urbani, da Parigi a Milano, Torino e Ivrea, le scritte a led e i riferimenti danteschi, in un universo che pur essendo familiare è caratterizzato da una forte dimensione onirica. Popolato da sagome indefinite, appare come un monito a tenere sempre a mente l’importanza che l’ambiente circostante gioca nella vita di ciascuno.
Conclude Amico: “La penna è uno strumento che negli anni ha tanto raccontato attraverso la scrittura, adesso spero racconti tanto col disegno”. Ecco alcune opere dell’artista…