Durante la guerra civile spagnola erano le scarpe dei soldati al fronte, notizia testimoniata dalla fotografia del miliziano colpito a morte di Robert Capa. Poi le hanno indossate Pablo Picasso, Salvator Dalì, Federico Garcìa Lorca, Cary Grant e Yves Saint Laurent, per il quale ne venne creata una su richiesta. Oggi le espadrilles di Isabel Castañer sono un accessorio cult ai piedi di principesse e celebrities, da Alexa Chung a Anne Hathaway immortalate con l’iconica Carina.
L’espadrille, prodotta dal XIV secolo nei Pirenei dell’Occitania e della Catalogna, deriva il suo nome dal vocabolo catalano espardenya, ovvero scarpe fatte di espart, lo sparto, una pianta mediterranea usata per la produzione delle corde. “Come il jeans, inizialmente erano calzate dai contadini e dai pescatori della zona pirenaica, perché comode e adatte ai climi caldi – racconta Rafael Castañer – . Ancora oggi le nostre espadrilles sono fatte a mano e non ne troverete mai una uguale all’altra. Solo l’uso di mani sapienti ed esperte garantisce un intreccio perfetto della corda al fine di rendere la suola compatta, quindi duratura nel tempo”. Le espadrilles tradizionali hanno la suola in corda di iuta e la tela superiore con punta e tomaia tagliata in un solo pezzo, cucito ai lati con una corda unica.
Come avere cura di questo tipo di scarpa? “Le espadrilles sono fatte di materiali naturali per questo sono così confortevoli e fresche. Anche per questo, però, resistono meglio in ambienti caldi dove non vi è umidità né contatto con l’acqua. La chiave, inoltre, è scegliere sempre la qualità anche se, a volte, poco economica”. Insomma, dagli anni ’40 a oggi Castañer è ancora un “soul brand”, cool perché classico, cool perché prende dalle tendenze contemporanee solo i colori.