Sci estivo e passeggiate storiche nel Parco Nazionale dello Stelvio

Photo by Samuele Errico Piccarini on Unsplash

Istituito nel 1935, il Parco Nazionale dello Stelvio è uno dei più vasti Parchi Nazionali italiani ed è diviso fra 2 regioni, la Lombardia e il Trentino-Alto Adige. Ben tre quarti del territorio sono al di sopra dei 2000 metri di quota e si sviluppa attorno al gruppo dell’Ortles-Cevedale. Così, sopra i prati da sfalcio, i vasti boschi di peccete (formate dall’abete rosso), laricete e di pino mugo, e sopra le praterie alpine, ricche di fioriture – Pianella della Madonna, la più grande delle orchidee italiane, Linnea boreale, Papavero retico dai grandi fiori gialli, Primula di Val di Daone, Sassifraga di Vandelli, Miricaria germanica, Garofano dei ghiacciai e Semprevivo di Wulfen…

Così, sopra le vallette nivali, le pareti e gli sfasciumi rocciosi, ove crescono piante che, grazie a particolari adattamenti quali la forma “a cuscinetto”, lo spessore della cuticola delle foglie e la tomentosità (cioè la copertura di peluria), riescono a vivere alle difficili condizioni climatiche, spicca il grande ghiacciaio.

Qui, da maggio a novembre, è possibile “surfare” su 20 km di piste, senza dimenticare le 3 piste da fondo e una pista per il kilometro lanciato, facendo dell’area la più vasta sciabile estiva delle Alpi. Questo è, dunque, l’ambiente ideale per apprendere e migliorare la tecnica di qualsiasi disciplina della neve: le piste, blu, rosse e nere, e per il fuoripista, accontentano tutti, tanto che numerose squadre nazionale di sci di discesa e di fondo si ritirano qui per preparare al meglio la stagione invernale.

E, oltre a grandi campioni, potrete incontrare cervi, stambecchi, camosci e caprioli. Tra i carnivori, citiamo l’ermellino, che abita le praterie alpine nei pressi delle pietraie. Per essere sempre mimetico, cambia colore col mutar di stagione – dal bianco invernale al marrone estivo – ma mantiene la punta della coda nera. Nelle foreste, i principali predatori sono la faina e la martora, ottimi arrampicatori, e la volpe. Nei boschi non è difficile avvistare lo scoiattolo e la marmotta, la cui presenza viene facilmente rivelata dal caratteristico “fischio” di allarme. Caratteristica delle alte quote è la lepre bianca, ma è difficile avvistarla, un po’ per le abitudini notturne, un po’ per la livrea mimetica in tutte le stagioni (bruna d’estate, bianca in inverno).

E che dire dell’avifauna, come i galliformi alpini e l’aquila reale, simbolo del Parco e presente con 14 coppie territoriali? Anche se di grandi dimensioni – ha un’apertura alare di circa 2,5 metri – viene, però, superata di circa 30 cm dal gipeto, un avvoltoio dalla sagoma e dal volo eleganti.

Il Parco storico e culturale

Delle Rese, del Filon del Möt e delle Buse in Val del Braulio: sono i villaggi militari ricchi di fascino, risalenti alla Prima Guerra Mondiale, intorno ai quali sono stati disegnati dei sentieri, che, con le architetture rurali, vale la pena di scoprire dal vivo con la guida di un esperto, sia in inverno che in estate.

Bella escursione di interesse floristico e storico è, ad esempio, quella dalla IV Cantoniera alla Bocchetta di Forcola. Salendo da Bormio al Passo dello Stelvio, si parcheggia alla IV Cantoniera, in corrispondenza della deviazione per il Giogo di S. Maria – Pass Umbrail. Dalla Cantoniera, utilizzata durante il primo conflitto mondiale come quartier generale avanzato dalle truppe italiane, si raggiungono su facile sentiero le Foppe della Mogenaggia, serie di ampi pianori principalmente a pascolo. Da qui il sentiero sale fino alla Bocchetta di Forcola, dove sono presenti molte fortificazioni.

Margherita Tizzi

Giornalista, scrive su Vogue Italia, Amica e Grazia. È co-founder di Eccetera, studio specializzato nella creazione di progetti editoriali su misura, online e offline. E, dal 2013, su questo webzine racconta storie di luoghi, di fatto a mano e made in Italy, di cultura, arte e lifestyle.

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