“I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi”, sosteneva Goethe. Non solo tra gli uomini, diremmo oggi. Bella, pulita e tranquilla, ad Aosta si cammina in punta di piedi, per conservare le spoglie del passato e dialogare con le vette circostanti. Fondata in epoca augustea (25 a.C.), Augusta Praetoria (oggi Aosta) è un modello esemplare di urbanistica. Edificata per ragioni commerciali intorno al cardo e al decumano e vicino alla confluenza del torrente Buthier col fiume Dora, è definita la Roma delle Alpi, vista l’importanza dei resti ancora visibili: l’Arco d’Augusto e la Porta Praetoria, il teatro, il criptoportico forense e la cinta muraria. D’altronde la città aveva un ruolo di primo piano a quei tempi. Lo dimostrano la monumentale facciata meridionale rettilinea del teatro romano, un tempo lunga più di 60 metri, che ancora oggi si impone con i suoi 22 metri di altezza, e la cavea, che poteva ospitare 3000 spettatori. Non solo.
Vicino alla Porta Praetoria, lungo la strada consolare proveniente da Eporedia (Ivrea), si sviluppò un’importante necropoli. La destinazione dell’area non mutò con l’avvento del cristianesimo, tanto che agli inizi del V secolo vi si costruì la basilica destinata a ospitare le sepolture dei primi vescovi aostani. Incendi, ricostruzioni e 1600 anni di storia hanno trasformato la chiesa paleocristiana nell’odierna collegiata di Sant’Orso. Al suo interno spiccano lo straordinario chiostro istoriato romanico del XII secolo e gli stalli lignei del coro, magnifico esempio di scultura del gotico flamboyant, mentre sul sagrato si affacciano il massiccio campanile del XII secolo e il Priorato, raro esempio di impiego del cotto in Valle d’Aosta. A fianco del sagrato è visitabile anche il criptoportico forense, una doppia galleria con volta a botte che rappresentava un prolungamento del porticato del Foro e fungeva da sostegno per un porticato fuori terra.
Insomma, un Aosta romana da scoprire, via dopo via, fino arrivare al grande sito megalitico di Saint-Martin-de-Corléans, un unicum in Europa. Il parco archeologico è un sito pluristratificato di eccezionale importanza scientifica, che rivoluziona le conoscenze della preistoria europea grazie al rinvenimento delle numerose vestigia, capaci di narrare lo sviluppo culturale dell’uomo, dal Neolitico all’Età del Ferro. 9821 metri quadrati di testimonianze, dal 4000 al 1100 a.C.: il grande dolmen che svetta al centro degli scavi; le 46 stele antropomorfe, opere della grande statuaria antica, raffiguranti capi guerrieri, eroi e divinità; le buche di alloggiamento di pali lignei, primi segni di un santuario a cielo aperto; e le tombe megalitiche destinate alle famiglie più influenti della comunità. Ma anche 1200 metri quadrati di spazio espositivo, con resti umani, oggetti di ceramica, macine e cereali raccolti dall’uomo preistorico; un museo dotato di moderne tecnologie per offrire agli adulti e ai ragazzi delle scuole un’esperienza sensoriale e cognitiva, capace di riportare l’orologio indietro di 6000 anni.
Eleva i tuoi sensi
Salire lassù, quasi a toccare il cielo, in comunione con la natura. A mezz’ora da Aosta, la nuova funivia Skyway Monte Bianco collega Courmayeur (1.300 m) alle stazioni – in vetro e acciaio per dialogare con le rocce e i ghiacci – di Pavillon du Mont Fréty (2.200 m) e di Punta Helbronner (3466 metri), il punto più vicino alla cima del Tetto d’Europa. Opera sostenibile di ingegneristica italiana, con due cabine aerodinamiche di forma semisferica che ruotano in modo impercettibile e silenzioso a 360° durante tutta la salita, Skyway è il modo più sensazionale per raggiungere l’ottava meraviglia del mondo. Dalla terrazza panoramica di Punta Helbronner si possono ammirare il Dente del Gigante e le vette del Cervino, del Monte Rosa e del Gran Paradiso, e all’interno della stazione ecco la mostra dei cristalli, una collezione privata di questi gioielli alpini. Chi lo desidera può persino godere dell’alba e del tramonto sulle montagne dormendo al Rifugio Torino, raggiungibile da Punta Helbronner, da dove partono percorsi alpinistici e fuori pista, come quello del ghiacciaio del Toula, del Marbrées e i 24 Km della Vallée Blanche, che conducono fino a Chamonix. Per i più piccoli, invece, c’è il parco giochi in legno Skyway For Kids alla stazione Pavillon, dove migliorare l’istinto e sentirsi piccoli alpinisti.
Cosa comprare
Al Pavillon du Mont Fréty, a 2200 metri d’altezza, la Cave Mont Blanc produce uno speciale spumante d’alta quota, la Cuvée des Guides, reso unico dall’altitudine, dalla pressione atmosferica, dalla temperatura e dalle particolari attenzioni durante la lavorazione. La cantina Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle è stata fondata nel 1983 e conta 80 soci che coltivano con passione 18 ettari di vigne, con l’obiettivo di valorizzare al meglio i vitigni autoctoni, i più alti d’Europa, come il Prié Blanc, da cui nasce il Vallée d’Aoste DOC Blanc e Chaudelune, vendemmiato nei mesi invernali in notturna a temperature molto rigide, così da permettere la raccolta dell’acino gelato.
articolo scritto per Stile Il Giornale