E’ classica la musica che piace al bebè

L’84% dei feti ama il genere classico più della musica tradizionale (79%, dai temi natalizi alle canzoni locali) e del pop-rock (59%). Tra le tracce preferite Piccola serenata notturna di Mozart, Flute sonata in B minor di Bach, Pierino e il lupo Op.67 di Prokofiev, Marcia di Radetzky di Strauss e Sinfonia nº 9 di Beethoven. Nel pop-rock, primeggiano Bohemian Rhapsody dei Queen e Y.M.C.A dei Village People. 

E’ quanto emerso da uno studio dell’Institut Marquès, presentano al congresso della International Association for Music and Medicine. Per intercettare i gusti musicali dei nascituri, i ricercatori hanno analizzato le espressioni facciali (con movimenti della bocca simili al canto) di 300 feti tra la 18esima e 38esima settimana di gestazione, in risposta all’emissione intravaginale di 15 canzoni appartenenti a tre diversi generi, classica, tradizionale e pop-rock appunto.

Tutto merito del Babypod, “tampone” collegato tramite app allo smartphone, capace di trasmettere musica e suono della voce all’interno della vagina. Oltre a rendere possibile la comunicazione con il feto, questo dispositivo ha applicazioni mediche molto importanti: consente di scartare la sordità fetale e facilita le ecografie, poiché, provocando una risposta nel bambino, migliora la visione delle strutture fetali durante il suo svolgimento.

Ma torniamo alla musica. Pur essendo ancora sconosciuti i motivi che guidano le preferenze, a conquistare i neonati potrebbero essere i suoni semplici e ripetitivi. Lo studio, inoltre, dimostra l’importanza della stimolazione neurologica precoce, che può attivare percorsi cerebrali legati alla parola e alla comunicazione. È molto raro che questi movimenti si verifichino spontaneamente durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (solo il 3-5% lo fa senza alcuno stimolo).

 

ph Institut Marquès

Margherita Tizzi

Giornalista, scrive su Vogue Italia, Amica e Grazia. È co-founder di Eccetera, studio specializzato nella creazione di progetti editoriali su misura, online e offline. E, dal 2013, su questo webzine racconta storie di luoghi, di fatto a mano e made in Italy, di cultura, arte e lifestyle.

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