Con il rientro della Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, dopo il grande successo dell’esposizione milanese, a Sansepolcro si apre una nuova stagione artistica che vede il maestro rinascimentale, che lì nacque e morì, dialogare con le opere di altri grandi pittori dell’arte italiana.
Il primo appuntamento è la mostra Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio (fino al 4 giugno), che accosta i due artisti attraverso lo sguardo dello storico dell’arte del ‘900. Se l’abbinamento potrebbe sembrare fuori luogo, data la distanza temporale fra i due pittori (il primo morì nel 1492; il secondo nacque nel 1571) e le evidenti differenze stilistiche, le divergenze si azzerano nel segno di Longhi, per raccontare una parte fondamentale dell’arte italiana. Il critico, infatti, dedicò grande attenzione sia a Piero della Francesca, di cui scrisse nel 1927 una importante monografia, sia a Caravaggio, impegnandosi nella sua rivalutazione internazionale.
I protagonisti
Piero della Francesca, uno dei maggiori esponenti della pittura rinascimentale italiana, fu autore di opere estremamente complesse, sospese tra arte, geometria e ferree regole prospettiche. I suoi dipinti sono diversamente interpretabili, visto che questioni teologiche, filosofiche e d’attualità si intrecciano sulla tela.
Caravaggio, invece, noto per il suo uso estensivo del chiaroscuro, usava la luce in maniera scenografica, per trasmettere un’analisi fisica ed emotiva dell’essere umano. Tra le opere esposte a Sansepolcro, il Ragazzo morso da un ramarro (che Longhi acquisì per la propria collezione intorno al 1928). Non solo. La mostra raccoglie dipinti di Ercole de’ Roberti e documenti provenienti dall’archivio, dalla biblioteca e dalla fototeca della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi.
La rassegna
La stagione espositiva proseguirà, a partire da giugno, con Luca Pacioli tra Piero della Francesca e Leonardo, per celebrare i 500 anni dalla morte del grande matematico. Per l’occasione saranno presentati un disegno di Leonardo conservato al Castello Sforzesco di Milano e un dipinto del suo allievo Giampietrino, concesso dal Museo Poldi Pezzoli.
