La La Land, vincitore di sette Golden Globe e candidato 14 volte al premio Oscar (come Titanic), scritto e diretto da Damien Chazelle, racconta la storia d’amore tra il musicista jazz Sebastian (Ryan Gosling) e l’aspirante attrice Mia (Emma Stone), intenti a inseguire i loro sogni a Los Angeles. Il titolo del film, infatti, è sia un riferimento alla metropoli, sia un rimando a un “mondo dei sogni”. La sua particolarità? È stato pensato come tributo ai film degli anni Cinquanta e Sessanta, e ai musical, da Grease a West Side Story, da Singin’ in the Rain a Moulin Rouge.
La trama
Mia vuole fare l’attrice e lavora come barista in una caffetteria degli studi della Warner Bros., mentre Sebastian si esibisce in squallidi bar e sogna di aprire un locale tutto suo. I due si incontrano e scontrano ripetutamente fino a quando nasce la complicità, nutrita dalla comune volontà di realizzarsi. Il successo arriverà, ma i due dovranno mettere in discussione il loro rapporto.
Il messaggio
La La Land è un film che parla di situazioni reali, ma anche di sogni, di amore e di come questi due elementi, a volte, non procedano allo stesso passo. L’ho apprezzato per aver toccato temi vicini ai giovani, quali passione, impegno, frustrazione e gioia, legati al perseguimento dei propri obiettivi. Belle anche le musiche e le coreografie, evocative dei vecchi film.
Manca il classico lieto fine tout-court del cinema americano, un sollievo: l’illusione che tutto possa essere perfetto è poco realistica, specialmente se si parla dei giovani di oggi, sognatori o meno. Doversi destreggiare tra le mille peripezie che il mondo del lavoro comporta è, infatti, un compito non facile e ci si deve scontrare con difficoltà, rifiuti, dubbi, precarietà e stipendi miseri. È l’Italia di oggi, dove il tasso di disoccupazione giovanile è al 37.9%, una delle percentuali più alte di sempre.
Allora qual è il messaggio di La La Land per i ragazzi? Distanziandosi dall’utopistica morale disneyana del “se puoi sognarlo, puoi farlo”, ambizione e tenacia rimangono comunque due importanti carte da giocare. Il film avverte: per realizzarsi, bisogna essere disposti a sacrificare qualcosa lungo la strada.
L’esperienza personale
Spesso noi giovani non siamo messi nella condizione di inseguire i sogni, i desideri di quando eravamo bambini. O adolescenti, se anche l’università è messa in discussione. Così un ambiente lavorativo altamente instabile e precario ci porta a compiere scelte che non ci appartengono e a rincorrere a miseri impieghi. Accontentarsi diventa una regola e ci lasciamo trasportare dalla corrente. Ma un tentativo va fatto, come raccontano Gosling e Stone.
Un tentativo va fatto e lo dico io, neo laureata alle prese con un mondo che sembra schiacciarci. Ho studiato e viaggiato, gettando i semi di un futuro, sempre con il sostegno e l’incoraggiamento della mia famiglia. Ho fatto la baby-sitter, la hostess, la cameriera, la centralinista e la stagista, prendendo ogni esperienza come il pezzo di un grande puzzle della vita, ma senza scendere a compromessi. Cerco di mantenermi curiosa, generosa e grata. E cerco di fare della scrittura la mia vita. Non so se la mia sia la strategia giusta, ma resto convinta che se non si è disposti a scommettere su se stessi, difficilmente lo saranno gli altri.